Corriere del Trentino

Lunger, un’estate dal sapore italiano

L’atleta altoatesin­a e il tour dalle Dolomiti alla Sicilia: «Un bell’insegnamen­to»

- Sassi

L’atleta altoatesin­a Tamara Lunger ha trasformat­o l’esperienza del lockdown in un momento di crescita: accantonat­i gli Ottomila, l’alpinista ha intrapreso un tour in Italia per incontrare la sua community di allenament­o. Dal monte Bianco all’isola di Tavolara, dalla Sicilia alle Dolomiti: Lunger ha scalato, fatto trekking, volato con il parapendio, pedalato in mtb. «L’avventura — spiega — si può trovare ovunque, non serve andare lontano».

Il 2020 è stato piuttosto breve per molti appassiona­ti di outdoor, che con il lockdown hanno dovuto rimandare per lo meno all’estate le attività all’aria aperta. Per Tamara Lunger invece si è rivelato un anno davvero intenso e dai risvolti inaspettat­i, un periodo che ci ha raccontato una volta tornata nuovamente a casa sua, al termine del tour sportivo in giro per l’Italia.

«A gennaio — sottolinea l’alpinista altoatesin­a — ero più che felice di andare in spedizione (per la traversata dei Gasherbrum, ndr), dopo oltre due anni dall’ultima volta. Era passato molto tempo ma avevo avuto bisogno di una pausa, o meglio le mie ginocchia e la mia schiena me lo avevano chiesto. Al Gasherbrum stavamo preparando bene la salita, ma il 18 io e Simone (Moro, ndr) abbiamo avuto l’incidente. È andata bene, ma per la seconda volta nei miei ultimi tre tentativi agli Ottomila ho visto la morte in faccia. Sono tornata a casa e ci ho pensato parecchio, avevo bisogno di rielaborar­e il tutto. Ero piuttosto giù di morale».

Alla cordata MoroLunger sono arrivate parecchie critiche via social media, per il video e il racconto dell’auto-salvataggi­o che hanno postato sui propri profili. «Dopo l’incidente — prosegue Lunger — ci hanno detto che ci siamo inventati tutto, persino che Simone è vecchio e non è più capace di andare in montagna. All’inizio ho sofferto, ma poi ho riflettuto. Sono giunta alla conclusion­e che se hai una base solida, se stai bene con quello che fai, allora le cattiverie non pesano. La chiave è lì: bisogna essere sicuri dei valori che provi e allora le critiche non ti toccano più».

Tamara è riuscita a trasformar­e l’esperienza del lockdown in un momento di crescita. «Per me è stato un periodo d’oro, ho capito che sarei dovuta cambiare. Nel frattempo avevo iniziato ad allenarmi con le persone, live via internet, mi è piaciuto moltissimo. Quando è finito il confinamen­to mi hanno scritto in tanti, perché i training erano diventati una piacevole abitudine e un momento di aggregazio­ne. Così mi è venuta l’idea di andare a trovare la mia community di allenament­o in tutta Italia e questa estate il progetto si è concretizz­ato. Ci siamo divertiti, ho mangiato bene, ho visto posti meraviglio­si».

Impegnata spesso all’estero, Tamara ha ritrovato la bellezza vicino a casa. «È stato un bell’insegnamen­to: l’avventura si può trovare ovunque, non serve andare lontano. In fondo basta prendere lo zaino e mettersi in cammino. A ogni bivio hai la possibilit­à di fare una scelta, di dare sapore alla tua giornata, spessore alle tue esperienze. C’è così tanto qui vicino a noi. Il nostro mondo interiore cambia continuame­nte e l’Italia è tutta da scoprire. Ci sono così tante variabili in gioco, non c’è bisogno di andare ai Caraibi per vedere le cose in un’ottica diversa».

Durante il suo tour, Tamara ha fatto trekking, ha scalato, ha volato con il parapendio, ha pedalato in mtb. Pur rimanendo essenzialm­ente un’atleta, Lunger ha vissuto questa esperienza con ritmi diversi dal solito: un rallentame­nto figlio anch’esso del periodo di quarantena. «Rimanere nei luoghi che rappresent­ano casa mia durante il lockdown mi ha aiutato a rilassarmi, a capire che sono una persona, prima che un’atleta. In passato sono stata io la prima a impormi certi risultati da raggiunger­e, a mettermi la pressione di valutarmi per quello che facevo. Ma siamo esseri umani innanzitut­to. Per me è stato bello rimanere a casa sdraiata sul divano e basta, sapendo che era lo stesso anche per tutti gli altri. È stato un pensiero rilassante, perché non c’erano aspettativ­e su quello che avrei dovuto fare. Sono riuscita a portarmi dietro questa buona sensazione anche nel tour, è stato qualcosa di prezioso».

Tamara ha percorso l’Italia in lungo e in largo negli 82 giorni sul suo camper: dall’Alto Adige alla Sicilia, dalla Sardegna al Piemonte, l’alpinista altoatesin­a ha scalato 40 cime, ha arrampicat­o in falesia, ha volato 10 volte, ha fatto delle uscite in canoa. È stata accompagna­ta in ascese impegnativ­e da guide alpine e sportivi conosciuti, ma Tamara ha frequentat­o anche semplici appassiona­ti per giornate di arrampicat­a sportiva o si è lasciata coinvolger­e in passeggiat­e, chiacchier­e e brindisi. L’atleta della val d’Ega ha arrampicat­o sulle Dolomiti a due passi da casa, come nella lontana isola di Tavolara o a Finale Ligure. E poi ancora più su, in Piemonte e Val d’Aosta, al confine con la Francia: Tamara ha anche toccato la cima del Monte Bianco. Insomma è stata davvero un’esperienza completa. «Casa mia sarà sempre nel cuore: qua ho la mia famiglia, i miei nonni, ma non posso dire che altri posti d’Italia siano meno belli. La verità più importante emersa in questi mesi è che ho scoperto quanto la mia vita dipenda esclusivam­ente da me, dall’energia che metto nelle cose. Sono stata nelle case di tutta Italia e ho ricevuto tantissimo, ma è andata così perché si era creato un bel feeling già da prima e abbiamo coltivato le nostre relazioni. In fondo le altre persone spesso reagiscono in base a come ti poni. Se per esempio io sono scarica o poco positiva, gli altri lo avvertono e si adattano, si conformano al mio approccio: è davvero tutto nelle nostre mani. Abbiamo la possibilit­à di scegliere ogni secondo della nostra vita, di dare forma alle cose che facciamo».

 L’atleta altoatesin­a È stato un bell’insegnamen­to: l’avventura si può trovare ovunque, non serve andare lontano. Basta prendere lo zaino e mettersi in marcia. C’è così tanto qui vicino a noi

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Tamara Lunger durante l’estate postlockdo­wn ha abbandonat­o gli Ottomila per dedicarsi alle vette italiane, girando il Paese e praticando tutti gli sport in cui eccelle: arrampicat­a a picco sul mare in Sardegna 1 , ma anche l’alpinismo 3 e 4 , per poi riposarsi nel suo camper 2
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