Moser-Saronni, il duello infinito che piace ancora
Incontro moderato da Ignazio. Sci, Paris e Wierer pronti
Seconda giornata di Festival dello sport con Dominik Paris e Dorothea Wierer e Ignazio Moser come presentatore. Stasera c’è il campione Yeman Crippa
TRENTO La seconda giornata del Festival dello sport, nella sua versione innovativa «digilive», ha proposto un’altra sfilata virtuale di stelle: dalle interviste a Romelu Lukaku e al roi Michel Platini del mattino, agli incontri ravvicinati con il dominatore della terra rossa Rafael Nadal.
Nel cuore della giornata di ieri sono stati due gli appuntamenti che hanno visto protagonisti i campioni regionali del presente e del passato. Il primo con gli atleti più rappresentativi della nazionale italiana degli sporti invernali, tra cui i fenomenali Dominik Paris e Dorothea Wierer, che hanno presentato la nuova stagione. Il secondo che ha ripercorso la storia dei campioni mondiali di ciclismo, con un Ignazio Moser in versione conduttore a incalzare sei vincitori divisi tra Milano e Trento, tra gli altri il padre Francesco e Maurizio Fondriest.
Inverno caldo
Nonostante le mille incertezze, la stagione degli sport invernali è alle porte, con all’orizzonte i mondiali a Cortina. Paris è al rientro dalla rottura del legamento crociato: «Sto bene. Volevo rientrare velocemente, ma il fisioterapista mi ha fatto fare tutte le tappe necessarie con i tempi corretti». Slalom o velocità? Il campione altoatesino è sicuro: «Meglio concentrarmi solo su quello che so fare meglio». Wierer arriva alla nuova stagione con la consapevolezza di aver appena vinto due coppe del mondo. «I mesi a casa hanno permesso a noi atleti di riposarci, ma mi hanno impedito di festeggiare la stagione scorsa». La carabina non avrà più il messaggio di speranza inciso durante le ultime vincenti gare, ma avrà una nuova colorazione dorata: «Era un segnale di incoraggiamento agli italiani che stavano affrontando una cosa sconosciuta nel resto d’Europa. Mi ha motivato a dare tutto».
Volate mondiali
Tra Trento e Milano il viaggio è stato nei ricordi delle volate mondiali e delle vecchie rivalità su due ruote. Francesco Moser e Giuseppe Saronni, campioni rispettivamente a San Cristobal nel 1977 e a Goodwood nel 1982, si sono punzecchiati sui risultati ottenuti e sulle sconfitte che si sono inflitti. «A San Cristobal era un mondiale strano — ha ricordato lo Sceriffo —, in cui sono riuscito a vincere nonostante abbia bucato». «La fucilata di Goodwood è storica — ha spiegato Saronni —, ma ricordo che di mondiali ne abbiamo persi parecchi anche per rivalità interne». Grandi sfide che poi si sono trasferite anche alla generazione successiva, quella di Moreno Argentin, Maurizio Fondriest e Gianni Bugno, ognuno con i suoi dolci ricordi e i suoi rimpianti. «Quando ho vinto nell’88 — ha raccontato Fondriest — ero solo alla seconda partecipazione a un mondiale e Bugno, il mio rivale, ci rimase talmente male che decise di tornare in macchina». «Ora posso raccontarlo perché poi mi sono rifatto vincendone due — ha ammesso ridendo Bugno —, ma non mi ha fatto piacere essere rimasto fregato in quella occasione da uno al secondo mondiale». Presente anche Alessandro Ballan, l’ultimo italiano ad aver vinto un appuntamento iridato: «La tattica era provare a fare vincere il terzo mondiale consecutivo a Bettini, ma sul finale abbiamo cambiato le carte in tavola e sono riuscito a vincere in modo indimenticabile». I vecchi campioni sono concordi: serve una riforma del sistema per permettere ai giovani talenti di sbocciare e far tornare un corridore in maglia azzurra ad alzare le braccia sul traguardo.