Riforma anziani, ripartenza tra le critiche
Cattani: «Le deleghe di Zanella? Non siamo delusi, settori di rilievo»
Dopo uno stop ora la ripartenza. È prossima all’avvio la sperimentazione di Spazio Argento, al via dal 2 novembre nel Territorio della val d’Adige e nelle Comunità delle Giudicarie e del Primiero.
TRENTO Fondatore e presidente di Futura, Piergiorgio Cattani legge il risultato del voto delle ultime elezioni con «soddisfazione»: «È inequivocabile che la destra a trazione leghista esce sconfitta. E questo era il nostro primo, fondamentale obiettivo. Abbiamo vinto grazie al buon governo di alcune amministrazioni uscenti oppure alla proposta scaturita intorno a candidati forti e credibili come è avvenuto nel caso di Trento con Ianeselli. Ci sono quindi due elementi: uno di continuità e uno di innovazione, premiati dal voto».
Soddisfatto anche per il risultato di Futura che si presentava per la prima volta alle amministrative?
«Futura si consolida. Siamo presenti in Consiglio comunale a Trento e Rovereto (dove siamo forza di governo) con il nostro simbolo e con gruppi di 3 componenti ciascuno. Ma in altre forme siamo presenti per esempio ad Arco. In alcuni municipi, consiglieri e consigliere eletti in liste civiche, sono vicini a noi. Insomma cresciamo».
Nella giunta Ianeselli c’è per Futura Paolo Zanella. Si dice che sulle deleghe assegnategli ci sia stato un certo malumore...
«Siamo contenti delle deleghe affidate a Paolo Zanella. Volevamo mettere insieme le politiche sociali e d’inclusione con la transizione ecologica perché sappiamo che la qualità della vita dipende da questi due ambiti. Alla fine il sindaco ha scelto diversamente assegnandoci però la mobilità, la partecipazione e i beni comuni. Settori importantissimi che riguardano le priorità di Futura».
Zanella, ex presidente di Arcigay, avrebbe voluto anche le Pari opportunità, che però si è tenuto il sindaco. Anche su questo nessun malumore?
«Ianeselli si è tenuto anche la solidarietà internazionale: se questo significa che i due temi saranno al centro di un’azione della Giunta noi siamo molto felici».
Nei giorni scorsi il dem Giorgio Tonini, intervistato su questo giornale, ha affermato che il Pd non ha diminuito il suo consenso perché «tutto è Pd», inteso come «partito-coalizione». Lei è d’accordo? In fin dei conti, molti dei vostri voti arrivano proprio dal Pd.
«”Tutto è Pd”. Non capisco se si tratti di un lapsus freudiano o di una citazione vagamente hegeliana, piuttosto che un riflesso egemonico. Più seriamente: Futura ha un consenso trasversale. Ci hanno votato molti giovani che hanno in mente come priorità le questioni ambientali, l’allargamento dei diritti per tutti e per tutte, l’inclusione sociale».
Cosa farà Futura da grande?
«Personalmente spingerò sull’idea iniziale del 2018: essere un contenitore aggregativo di sensibilità plurali, progressiste, democratiche, ecologiste, popolari, territoriali e civiche che abbia una chiara fisionomia ideale, capace di una ferma opposizione ma anche di una concretezza di governo. Non servono allora le sommatorie di simboli ma un progetto nuovo che noi rappresentiamo».
Come il Pd, Futura a vocazione maggioritaria.
«No, anche se noi siamo molto più aggregativi del Pd. A Rovereto, mentre il Pd si dilaniava in lotte interne, noi con grande pazienza e lungimiranza scommettevamo su Valduga, coinvolgendo soggettività politiche, movimentiste e civiche, legittimate poi dal consenso degli elettori».
Idee per le elezioni provinciali del 2023?
«Il primo obiettivo è liberare il Trentino da un’amministrazione disastrosa: ma per farlo dobbiamo essere coesi, propositivi, innovativi per un progetto politico che dia pari dignità a tutti e tutte. Occorre però superare la logica dei cartelli elettorali variabili».
La frecciata
«Tonini ha dichiarato che “tutto è Pd”, forse era una citazione hegeliana»