Aquila, per uscire dalla crisi servono difesa e americani
Un Aquila double face: bella e concreta in Eurocup, arruffona e inconcludente in campionato. Questo si evince dai primi 20 giorni di attività ufficiale (Supercoppa esclusa ovviamente) con i bianconeri che hanno ottenuto 3 vittorie consecutive sul palcoscenico continentale andando incontro ad altrettanti ko nella massima serie.
Le motivazioni — sempre che si siano delle motivazioni e non si tratti di pura casualità — sono tutt’altro che semplici da trovare. Ecco allora che si può cercare una sponda concreta nella matematica: in coppa capitan Toto Forray e compagni stanno subendo una media di 65,6 punti, in serie A si passa addirittura ad 88. La fase realizzativa invece viaggia, più o meno, sugli stessi binari (77 in Europa, 80 in Italia). Insomma non ci vuole un fine conoscitore dei meccanismi più nascosti della pallacanestro per capire che è l’intensità difensiva, come spesso accade del resto, a fare la differenza. Il passaggio successivo è molto più complicato: perché Trento con Bursa, Patrasso e Nanterre difende in un modo e con Treviso, Reggio Emilia e Fortitudo in un altro? La differenza qualitativa tra le avversarie non giustifica scarti così diversi, il problema è quindi tutto della Dolomiti Energia.
Di sicuro il rendimento e la durezza, soprattutto degli americani che ormai stanno scalando le gerarchie nella testa del tecnico Nicola Brienza, cambiamo drasticamente tra il fine settimana e l’appuntamento a metà settimana. Possibile che gli stessi Usa, ovviamente a livello inconscio, riservino maggiori energie e concentrazione per la Coppa?
Magari lo stimolo che si sente affrontando squadre straniere è maggiore, d’altra parte disputare la seconda manifestazione continentale per importanza dopo l’Eurolega ha indubbiamente il suo fascino.
Non è un segreto che durante il mercato il fatto che un club possa mettere o meno sul piatto la partecipazione all’Eurocup risulta spesso decisivo per la scelta finale soprattutto dei giocatori stranieri. In tutto questo non aiuta la quasi totale mancanza di quel pubblico che spesso e volentieri ha spinto concretamente i bianconeri ad alzare il proprio livello. In ogni caso ora è assolutamente arrivato il momento di cambiare il ritmo anche all’interno dei confini nazionali.
All’orizzonte c’è la trasferta di Pesaro (sabato sera con palla a due alle 20.30), una partita che sicuramente porterà in dote le proprie insidie ma di certo non è impossibile. I marchigiani, dopo esser stati sconfitti da Sassari e Cantù, hanno colto una super vittoria nell’ultimo turno in trasferta a Venezia e arriveranno dunque carichissimi al match di dopodomani. Dall’altra parte del campo troveranno una Trento con il roster al completo e che non può certo temere la Vl, l’ultimo posto in classifica in completa solitudine è qualcosa che dev’esser messo alle spalle il prima possibile onde evitare di cominciare davvero a guardare verso il futuro con timore.