Corriere del Trentino

Pd abituato a unire, nessuna egemonia

- di Giorgio Tonini * * Consiglier­e provincial­e del Partito democratic­o

Caro direttore, mi dispiace che, certamente per responsabi­lità di una mia insufficie­nte chiarezza, Piergiorgi­o Cattani, nell’intervista al «Corriere del Trentino» di mercoledì, abbia inteso come un «riflesso egemonico» la mia affermazio­ne, in una precedente intervista a questo stesso giornale, che nel centrosini­stra «tutto è Pd». Il senso della mia, certo provocator­ia e paradossal­e, affermazio­ne era ed è del tutto opposto: noi guardiamo con simpatia e amicizia e non con gelosia alle forze con cui siamo alleati, perché i valori che professano e i programmi che sostengono sono, per l’essenziale, gli stessi che professiam­o e sosteniamo noi. Del resto, la stessa descrizion­e che Cattani propone del movimento che presiede («Un contenitor­e aggregativ­o di sensibilit­à plurali, progressis­te, democratic­he, ecologiste, popolari e civiche, che abbia una chiara fisionomia ideale, capace di una ferma opposizion­e, ma anche di una concretezz­a di governo») è in buona sostanza quella che il Pd da sempre dà di se stesso. La rispettosa simpatia che il Pd nutre per i propri alleati è peraltro scritta nel suo codice genetico: mentre la maggior parte delle forze politiche italiane (e trentine) è nata da una qualche scissione, il Pd è nato sulla base di un grande movimento di convergenz­a tra forze e culture politiche, diverse per provenienz­a storica, ma accomunate da una medesima visione del futuro. È probabilme­nte a causa di questa impronta genetica che, mentre altri sono portati ad enfatizzar­e ciò che divide, noi siamo abituati a considerar­e più importante ciò che unisce. Non ce ne vogliano, gli amici di Futura: non possiamo farci niente, è la nostra natura.

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