Materiale pedopornografico, arrestato operaio di Predazzo
L’operazione della Postale di Venezia. Quattro in manette e 16 denunce
Un operaio di cinquant'anni di Predazzo è stato arrestato nell’ambito di un’operazione — ribattezzata «Cassandra» — della Polizia postale di Venezia per detenzione di ingente quantità di immagini, video e foto pedopornografiche. L’uomo, sposato e con figli, ha ricevuto la visita degli agenti insieme ad un sessantenne di Mantova, ad un trentenne di Brescia e ad un quarantenne di Modena. Sono tutti finiti in manette, mentre 16 sono le persone denunciate dopo le perquisizioni degli inquirenti.
L’attività di indagine particolarmente complessa, che ha visto impegnate le unità specializzate della Polizia postale di Venezia, si è sviluppata con la meticolosa analisi dei dati informatici e delle chat di messaggistica del social Kik e ha portato alla profilazione e alla identificazione di 16 utenti italiani che scambiavano
Social
L’attività di indagine si è sviluppata nelle chat di messaggistica del social Kik
materiale pedopornografico all’interno di tale piattaforma.
La Polizia postale ha isolato la posizione dei singoli nickname recuperando per ognuno di loro il materiale condiviso ed estrapolando le connessioni Ip utili al prosieguo delle indagini.
A quel punto una lunga e capillare attività di indagine fatta di ricerche Osint ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili, portandoli allo scoperto e fuori dall’anonimato della rete. Diversamente dal più noto WhatsApp, dove l’utente è immediatamente identificabile con l’utenza cellulare, Kik permette l’accessibilità dal proprio smartphone con un mero account.
Sono stati sequestrati migliaia di file e decine di telefonini e computer, dalla cui perquisizione informatica sono emersi importanti riscontri, sia in ordine al possesso e allo scambio di materiale pedopornografico, sia in ordine all’appartenenza ai vari gruppi sui social utilizzati per la cessione del predetto materiale.
Le attività di perquisizione, anche informatica, effettuate dal personale della Specialità e coordinate dal Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni, hanno fornito riscontri ampiamente positivi, consentendo di appurare il coinvolgimento dei soggetti individuati nel corso delle indagini.
In sede di perquisizione sono stati riscontrati canali Telegram già noti per lo scambio di materiale pedopornografico e connessi anche a casi di Revenge-Porn per cui sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.
Al termine delle attività è stato posto sotto sequestro, a disposizione dell’autorità giudiziaria, un cospicuo numero di dispositivi informatici utilizzati dai soggetti per l’archiviazione e la veicolazione dei file immagine e video di natura pedopornografica unitamente a numerosi spazi cloud.
Il focus
Il trentino fermato è un cinquantenne, sposato e con figli. Sgominata una rete online