Ricerca, quota fissa nel bilancio
Consiglio, torna in Aula il disegno di legge di Spinelli slittato a inizio estate Futura e Pd all’attacco: «Si fissi una soglia minima per finanziare il sistema»
Si rianima il dibattito sulla riforma della ricerca, che tornerà in Aula la prossima settimana. Dopo il muro contro muro di luglio, Futura torna sulle barricate, questa volta insieme al Pd: sotto la lente, la quota di finanziamento per la ricerca, che secondo le minoranze deve avere una soglia minima definita.
TRENTO A inizio estate era stato muro contro muro: da una parte l’assessore provinciale Achille Spinelli, dall’altra il capogruppo di Futura Paolo Ghezzi. Sul tavolo, il disegno di legge sul riordino della ricerca, che aveva provocato scintille già in commissione. E che in Aula era stato «accompagnato» da un pacchetto di 147 ordini del giorno ostruzionistici di Ghezzi «contro il blitz sulla Fem». Documenti che avevano alzato un ostacolo invalicabile: a luglio, nonostante la decisione del consiglio di fare le ore piccole, non si era riusciti ad arrivare alla votazione. Con conseguente rinvio dell’argomento.
Rinvio che ha trascinato la riforma fino all’autunno (il provvedimento tornerà in discussione nella tornata consiliare che si aprirà lunedì). Senza però cambiare le carte in tavola. O meglio: qualcosa è cambiato, visto che la modifica della governance della Fondazione
Mach è stata inserita sotto forma di emendamento dalla giunta nell’assestamento di bilancio. Ma ciò che rimane è l’opposizione delle forze politiche di minoranza. Che anche a distanza di mesi rimangono critiche nei confronti della riforma di Spinelli. Di più: Futura e Pd chiedono all’assessore di inserire in legge «un impegno forte a favore della ricerca», di fatto una soglia minima per quanto riguarda le risorse stanziate a bilancio «in modo da mantenere viva la vocazione alla ricerca del nostro territorio». «Altrimenti — avvertono — la nuova fondazione Hit non passerà». Anche perché rimangono sul piatto un centinaio di ordini del giorno collegati alla riforma. Che, facendo un rapido calcolo, potrebbero bloccare l’Aula per almeno 25 ore.
Insomma, da lunedì (dopo la discussione straordinaria sulle «politiche provinciali nel comparto industriale, a partire dalla crisi di un’azienda roveretana») il dibattito si preannuncia infuocato. Ancora una volta.
Sotto la lente, Futura e Pd porteranno le cifre di bilancio sulla spesa in ricerca. Che disegnano un andamento in continuo calo. «Chiediamo all’assessore — anticipa il capogruppo di Futura — di aprire un tavolo di confronto. Vogliamo avere le cifre esatte dell’investimento in ricerca». Per poi poter ragionare, numeri alla mano, di una soglia minima: una percentuale minima (come era stato per lo 0,25% fissato a favore della cooperazione internazionale), ma anche una formula diversa se l’ipotesi della percentuale non venisse accolta dall’esecutivo.
L’importante, per le minoranze, è «garantire ai centri di ricerca la possibilità di lavorare», visto che «in questo momento c’è il timore di non riuscire a trattenere i migliori ricercatori». E visto che, stando alle cifre, anche le risorse a favore di Fbk e Fem registrano un trend in flessione. Tenendo presente un ulteriore aspetto. «C’è il rischio — aggiunge Ghezzi — che Fondazione Hit si trasformi in uno strumento in mano all’assessore per avere un margine di manovra al di fuori dalle rigidità delle due fondazioni principali e dell’Università. In sostanza che la fondazione, al di là del suo compito di trasferimento tecnologico, si trasformi in uno strumento agile, una scorciatoia che la giunta potrà utilizzare». La promessa è chiara: «Io su questo non mollerò».
Paolo Ghezzi
«C’è il rischio che Fondazione Hit diventi uno strumento in mano alla giunta»