Economia stabile, credito solido Ma soffrono hotel e ristorazione
Barometro Ipl, segnali positivi in vista del 2021. Lavoratoti fiduciosi, Covid permettendo
Continua a crescere il clima di fiducia tra i lavoratori dipendenti altoatesini, dopo aver toccato il minimo durante il lock down per l’emergenza Covid-19. Stabile l’economia che, nonostante il forte crollo di settori come l’alberghiero e la ristorazione e grazie al pesante intervento della mano pubblica provinciale e statale, si appresta a segnare per il 2020 un - 6,5% del Prodotto interno lordo, ma si proietta verso il 2021 con una previsione di un + 5,6%: un recupero dell’80% di quanto perso. A scattare la fotografia è l’Ipl, l’Istituto promozione dei lavoratori, che festeggia il 30esimo anno di attività, dopo avere consultato 500 dipendenti. Un barometro, presentato quattro volte l’anno, che, però, alla luce della nuova emergenza fa presente il pericolo, nel breve periodo, di nuova disoccupazione, e propone per il futuro di rivedere e unificare gli ammortizzatori sociali, di pensare a nuovi modelli di lavoro e di regolamentare lo smart-working.
Analizzando i dati è emerso che i lavoratori dipendenti intervistati non si aspettano un rapido aumento dei disoccupati, né percepiscono come a rischio il posto di lavoro o intravedono particolari problemi nel trovarne uno equivalente. Il ritorno di focolai infettivi, fa però presente l’Istituto, potrebbe comunque incidere negativamente sulla fiducia delle lavoratrici e dei lavoratori e compromettere la ripresa economica. A sorpresa migliorano le stime dei lavoratori dipendenti riguardo la possibilità di arrivare a fine mese con il proprio stipendio. E questo proprio in tempi di Covid-19.
Chiaro il quadro economico per la provincia di Bolzano e gli effetti che ha avuto la crisi sanitaria. Gli ammortizzatori statali e provinciali sostengono notevolmente la situazione del mercato del lavoro. Male l’andamento del settore ricettivo (-31,6% di pernottamenti nel periodo da gennaio ad agosto), negativo quello del commercio estero (esportazioni: -8,4%; importazioni: -15,5%). Il mercato del credito si mostra solido. L’inflazione rimane contenuta. Chi più risente della crisi sono i lavoratori a tempo determinato, chi ha una forma di lavoro precario, i percettori di bassi redditi e i lavoratori part-time. «Corriamo il rischio concreto di dirigerci verso una segmentazione del mercato del lavoro», ha afferma Stefano Perini, direttore dell’Istituto, alla presentazione del barometro, cui ha partecipato la vicepresidente Monica Munari. «Tuttavia — ha proseguito — l’economia altoatesina ha dimostrato la sua capacità di ripresa non appena sono diminuiti i contagi. A un primo trimestre normale ne sono seguiti un secondo orrendo e un terzo buono; ora ci attende un quarto trimestre difficile».
Presente alla conferenza stampa anche l’assessore provinciale all’Economia, Philipp Achammer. «A seguito del lockdown — ha detto — la performance economica nel secondo trimestre di quest’anno è crollata repentinamente, come potevamo attenderci. A questo colpo le nostre imprese hanno risposto in modo attivo e innovativo, adattandosi al nuovo scenario. In tempi molto rapidi sono stati ripensati e ottimizzati i processi di produzione, attivate nuove linee di produzione e portati sul mercato nuovi servizi. Così facendo sono stati evitati contraccolpi più pesanti. Confortati da un buon terzo trimestre ora confidiamo che il trend favorevole prosegua. Una cosa è certa: un’ondata di infezioni persistente nel tempo non ce la possiamo più permettere né dal punto di vista economico che da quello sociale. Dobbiamo accettare qualche sacrificio nella vita privata per riuscire a mantenere in piedi nei prossimi mesi formazione, lavoro ed economia».