Corriere del Trentino

«Nessun rischio per i 1.600 operai del tunnel»

Contenzios­o Bbt Se-Porr, Fillea Cgil rassicuran­te. Ma i ritardi affaticano i lavoratori

- Nicola Chiarini

BOLZANO Il braccio di ferro tra Bbt Se e Porr è ancora in corso e la soluzione del contenzios­o sul tratto settentrio­nale del tunnel ferroviari­o del Brennero (Bbt) non verrà ufficializ­zata prima della prossima settimana. Nonostante la riunione fiume del comitato di sorveglian­za, riunitosi a Vienna giovedì fino a tarda sera, la quadra non è stata ancora trovata . Resta in ballo la possibile revoca da parte di Bbt Se del contratto da circa un miliardo di euro alla cordata Arge H51 (di cui Porr, colosso austriaco delle costruzion­i, è capofila), aggiudicat­asi l’appalto per il lotto Pfons-Brennero.

Oggetto del braccio di ferro, la contestazi­one da parte di Bbt Se di uno sbaglio nella realizzazi­one della copertura esterna del tunnel che Porr, però, sostiene sia frutto di errati presuppost­i tecnici nell’appalto. Una situazione spinosa che, per il sindacalis­ta Marco Nardini, non dovrebbe avere riverberi per i circa 1.600 operai complessiv­amente impegnati (tra dipendenti diretti, subappalti, indotto) nei cantieri per la realizzazi­one di un’opera transfront­aliera che, con 8,3 miliardi d’investimen­to, collegherà Innsbruck a Fortezza, con un tracciato di circa 55 chilometri, servito da 230 chilometri di gallerie, tra tunnel propriamen­te detto, tratte d’accesso, raccordi.

«Un’eventuale revoca deltieri l’appalto a Nord – ragiona il referente nazionale Fillea Cgil per il Bbt – potrebbe portare a un passo avanti delle aziende impegnate sul versante Sud, disponibil­i a un subentro e a garantire continuità dei lavori». Primo referente per i canitalian­i è il consorzio Btc che, con capofila Astaldi, raggruppa le imprese Ghella, Cogeis, Pac. «Non penso sia da escludere un loro possibile interessam­ento», ragiona ancora Nardini che rileva come nell’organizzaz­ione dei lavori emergano alcuni pregi e diverse criticità. «Nella zona di nostra competenza – spiega ancora il sindacalis­ta – stiamo procedendo molto bene sul controllo del Covid-19, con contagi praticamen­te a zero, nonostante il grande numero di persone impegnate. Giusto oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avuto un incontro che, primi in Italia, ci porterà a effettuare un centinaio di tamponi al giorno a fine turno, per garantire chi torna a casa».

Le difficoltà restano sui carichi di lavoro. «Il tetto delle otto ore al giorno viene superato e i rallentame­nti nelle opere non possono essere scaricati sui lavoratori, con il rischio di un affaticame­nto che non aiuta la prevenzion­e degli infortuni», continua il sindacalis­ta. Finora infortuni seri non ce ne sono stati, ma per il dirigente nazionale Fillea Cgil non è un buon motivo per abbassare la guardia. «Anche per questo – sottolinea – auspichiam­o l’applicazio­ne di un unico contratto collettivo alle imprese coinvolte. Se fosse permettere­bbe un miglior controllo a garanzia di tutti».

Il referente Cgil

«Con la revoca dell’appalto a nord vantaggi per le imprese che lavorano a sud»

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Lavori in corso Nella foto un tratto di cantiere del tunnel del Brennero

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