Baruffaldi e l’album d’esordio: «Note e incontri»
Diego Baruffaldi artista di Bolzano, ha pubblicato a settembre il suo album d’esordio «La musica è chi ho incontrato». Un debutto solista che arriva dopo i quarant’anni ma con diverse esperienze musicali alle spalle in gruppi come Polemici e Swingin’ Pavones. In realtà Baruffaldi ha sempre cantato e scritto canzoni fin da ragazzino e il suo lavoro di animatore ed educatore del centro giovani Bluspace di Bolzano lo ha portato sempre al centro della musica. Il primo singolo «Non cambiare mai» è accompagnato dal video diretto da Marina Baldo e Armin Ferrari, basato sull’alternanza tra immagini attuali e filmini di famiglia. Una canzone che fa da apripista a un disco molto personale e sfaccettato, che lega ogni brano a un incontro nella vita reale, arrangiato e prodotto da Marco Gardini e Davide Dalpiaz. È già in lavorazione il video del secondo singolo «Ciao», che sarà presentato in dicembre al Vintola 18 di Bolzano, mentre nella stessa location il 25 novembre Diego Baruffaldi aprirà il concerto dei Blindur.
Cosa significa il titolo «La musica è chi ho incontrato»?
«Il titolo c’era ancora prima del disco perché ogni canzone nasce da un incontro, da una frase detta passeggiando con un amico, da un libro letto o da condivisioni di pensieri fatte in compagnia. Nel mio lavoro al centro giovani la musica è il mezzo per stare con i bambini: senza l’incontro non ci sarebbe la mia musica».
Qual è stato il percorso che ha portato al disco?
«Il progetto era di incidere dieci canzoni con dieci produttori diversi, a seconda del vestito di ogni brano. Poi ho deciso di proseguire con Marco Gardini e Davide Dalpiaz, musicisti che stimo e conosco da tempo. Le canzoni del disco le ho scritte nell’arco di più di dieci anni e registrate poi in uno studio professionale
Diego Baruffaldi di Bolzano, è stato nei Polemici e Swingin’ Pavones Lavora come animatore al centro giovani Bluspace di Bolzano a Verona con i musicisti trentini Francesco Dallago e Matteo Dallapè e il fonico Mauro Iseppi».
Perchè «Non cambiare mai» come primo singolo?
«Mi è piaciuto molto l’arrangiamento di Marco Gardini, che ne ha dimezzato il tempo valorizzandone lo spirito. E poi anche per come sono riuscito a cantarla, dopo aver avuto problemi vocali che mi hanno portato a un periodo di stop. Il testo l’ho scritto sul lago di Garda».
Quali le sue principali influenze?
«I testi sono riflessivi e nel mio background di ascolti non ci sono autori molto scanzonati: Niccolò Fabi è una vera e propria guida, poi Concato, Finardi, Branduardi e Bersani. In realtà la parte ironica è ben presente ma la tengo per i concerti».
A quando il prossimo concerto?
«Il 25 novembre al Vintola 18 avrò la possibilità di aprire il concerto dei Blindur con qualche canzone dell’album».