I molti volti di Faber La trentina Malfatti tra canzoni e vita
Il saggio della studiosa trentina analizza De Andrè tra canzoni e vita. Misogino, ateo, animista? «Solo libero da ogni dogma»
Cantautore, poeta, uomo di pensiero politico. I molti volti di Fabrizio De Andrè nel primo saggio della giovane autrice trentina Monica Malfatti che analizza l’opera di Faber attraverso gli occhi della filosofia. Destino ridicolo. Fabrizio De André
ascoltato da una filosofa (Serra Tarantola Editore) è il libro che nasce dalla tesi di laurea di Malfatti e va alla scoperta del pensiero sul mondo del cantautore genovese. Un’analisi che parte dall’opera di Faber, come il titolo del saggio dichiara: «Un destino ridicolo è il titolo dell’unico romanzo scritto da De Andrè - illustra l’autrice -. Un racconto ambientato tra Genova e la Sardegna che tratta tutti i temi tipici delle sue canzoni e che svela come ogni brano di Faber sia in realtà una piccola storia a sé. Privato dell’articolo indeterminativo il “destino ridicolo” è diventato il titolo di questa pubblicazione e filo rosso che mi ha guidato nella definizione di cinque tematiche rilevanti», spiega Monica Malfatti. Dio, la terra, l’amore, la miseria, la rinascita: queste le cinque chiavi di lettura che la giovane studiosa ha voluto applicare all’analisi della vita e delle canzoni del cantautore. Importante il capitolo dedicato alle donne: «De Andrè è stato accusato di essere misogino - dice Malfatti -. Questa accusa potrebbe essere considerata vera se facciamo l’errore di concentrare la nostra attenzione solo su alcuni brani, per esempio sulla protagonista della Ballata dell’amore cieco: una donna che rappresenta l’incarnazione del male, che porta alla perdizione. In realtà ciò che fa De Andrè è descrivere il mondo in maniera cruda e realistica. Le sue donne sono persone reali, descritte nelle peculiarità sia positive che negative, libere di essere anche cattive». Il mondo musicale di De Andrè è popolato da numerose presenze femminili. «Non ci sono solo Marinella o Bocca
di Rosa - ricorda la studiosa - . Ma anche Jenny del Suonatore Jones, che rappresenta l’unica ragione di vita del protagonista, la ragazzina di Via
del Campo, Sally che nell’omonima canzone conduce un ragazzo nel bosco, portandolo lontano da casa ma vicino alla vita che aveva sempre desiderato, la donna di Princesa e tante altre». Dal quesito sulla religione (era ateo, agnostico o animista?), al rapporto con la terra come elemento vitale, tutta la musica di Faber viene sezionata e successivamente ricomposta in macro quadri tematici. L’ultima riflessione chiude il cerchio, riportando l’attenzione sul rapporto che lega De Andrè agli uomini e al divino. «Secondo Faber la condanna dell’uomo è la sua libertà: ogni individuo è responsabile di quello che fa nel bene e nel male - riassume Malfatti -. Ma in questa filosofia c’è posto per la redenzione? Se l’uomo sbaglia come può rinascere? È una domanda alla quale De Andrè non dà una vera e propria risposta, ma si limita a suggerirla. La redenzione per i suoi personaggi è una possibilità che si apre dopo la fine della canzone. La bambina di Via del Campo, Michè che si impicca alla fine della sua Ballata. Anche l’assassino della canzone Il pescatore, che secondo alcuni interpreti è colpevole di aver ucciso proprio quel vecchio che gli aveva donato pane e vino: per tutti loro rimane la speranza di rinascere dopo una vita di miserie. In qualche modo potremmo dire che la salvezza è implicita nelle canzoni: entrare, grazie all’arte di Faber, nell’immaginario collettivo è già una forma di rivincita sulla vita».
Al temine della ricerca, risulta tuttavia ancora difficile definire quale sia la corrente filosofica che meglio si accompagna all’opera di De Andrè.
«Caratteristica principale di Faber è proprio quella di professarsi libero da ogni tipo di dogma - evidenzia la studiosa -. Ma se volessimo individuare un filosofo vicino al pensiero di De Andrè, questo sarebbe Emmanuel Lévinas, filosofo e accademico francese di origini ebraico-lituane che dedica gran parte della propria teoria all’importanza della relazione con l’Altro. Allo stesso modo tutta l’opera di De Andrè è un grande tentativo di osservare il mondo attraverso gli occhi degli altri, senza giudicare».