Tamponi, caccia aperta
I costi variano da 45 a 100 euro, risposta in 15 minuti L’Azienda sanitaria distribuisce i test rapidi nelle Rsa
È caccia ai tamponi negli ultimi giorni, da quelli pubblici ai privati. I più ricercati quelli rapidi antigenici, con costi dai 45 ai 100 euro. Anche 100 test al giorno effettuati.
È caccia al tampone
TRENTO negli ultimi giorni con l’aumento dei casi registrati in provincia (113 contagi in più ieri su 987 tamponi, un morto e 86 ricoverati di cui 5 gravi). Sia attraverso l’Azienda sanitaria, allertata dal medici di famiglia, sia attraverso i centri privati. Diversi gli ambulatori che offrono vari test, anche se i più richiesti sono i tamponi rapidi antigenici con risposte in 15-20 minuti e costi dai 45 ai 100 euro. Test sui quali però sorgono ancora intoppi e incertezze. In una classe della scuola Sant’Anna di Gardolo, un bambino è risultato positivo al test rapido sabato e ora attende la conferma del tampone molecolare, ma intanto la classe non è stata messa in quarantena con grande preoccupazione dei genitori.
Test salivari
In questa situazione di aumento della curva epidemiologica la politica dei tamponi dell’Azienda sanitaria cerca di diversificarsi con lo scopo di tracciare più persone possibili per arginare e contenere i contagi: una politica che vede Azienda, la Provincia e la ricerca trentina con il Cibio intenta ad avviare uno screening a tappeto agli studenti universitari attraverso una campagna di test salivari che partirà entro l’anno. Forse già a novembre, se l’Istituto superiore di sanità certificherà il test che consiste nel prelevare in autonomia la saliva con un semplice cotton fioc. «Stiamo stringendo un accordo con il Cibio per fare tamponi salivari, non ancora certificati, per uno screening agli studenti dell’università — spiega Giancarlo Ruscitti, dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali della Provincia — è una modalità veloce che può essere fatta in autonomia masticando un bastoncino».
Test rapidi
Oltre ai test salivari, l’altro fronte è rappresentato dai tamponi rapidi dell’antigene che rispondono in 15-20 minuti sulla presenza del virus con un’accuratezza del 98% circa attraverso una campagna pioneristica, copiata nel resto d’Italia con i test nelle farmacie, principalmente rivolta agli studenti per una prima indicazione, seguita da un eventuale tampone molecolare di conferma. Novità di queste ore: gli infermieri in pensione che sono stati richiamati per il progetto, come spiega ancora Ruscitti. Che definisce il Trentino un laboratorio nazionale: «L’Azienda sanitaria ha recuperato infermieri in pensione, entro mercoledì chiudiamo l’accordo poi facciamo il corso ai farmacisti». Non solo. «Anche le Rsa trentine sono state dotate di test rapidi per tenere controllato il virus — sottolinea il dirigente — e sono previsti test per gli operatori ogni 7 giorni anziché ogni 15». Tante le novità in campo per arginare la pandemia dunque per uno screening più capillare specie nelle ultime settimane in cui c’è la caccia al tampone.
Le procedure
Ancora una volta dall’Azienda sanitaria ricordano l’iter da seguire se una persona ha sintomi riconducibili al Covid e vuole sottoporsi al tampone. Facendo attenzione a distinguere
«Per i tamponi da effettuare in farmacia abbiamo richiamato infermieri in pensione»
i mali di stagione: un solo studente su 10-20 sottoposti ai test risulterebbe positivo al virus. Prima cosa da fare comunque resta chiamare il proprio medico o il pediatra, che invia la richiesta per un tampone All’azienda sanitaria, poi il centro Covid (preso d’assalto in questi giorni) provvede a indicare orario e luogo per fare il tampone.
Centri privati
Sono diverse, cosi come i prezzi, le strutture private convenzionate che effettuano i test, di diverso tipologia, dal molecolare all’antigenico, anche se è quest’ultimo il più richiesto con un costo dai 45 euro ai 100 in provincia. Con un boom di richieste negli ultimi 10 giorni: fino a 100 test richiesti e effettuati al giorno, ad esempio, alla Sea consulenza servizi di via Unterveger, specializzata in sicurezza e formazione, in questo periodo convertita in parte ai test rapidi (oltre ad altri test). «Non è il nostro core business ma lo facciamo volentieri — spiega il direttore generale Davide D’Eliseo — allargando il servizio non solo al lavoratore ma a tutta la cittadinanza». Tante richieste anche a Progetto salute di via Milano dove il primo posto libero è solo il 5 novembre per un antigenico, mentre l’ambulatorio di Mezzolombardo di via Manzoni è uno dei pochi se non l’unico a fare i test ai bambini grazie alla dottoressa Maria Rosaria Leveghi, che in due settimane ne ha effettuati una trentina: «Lo chiedono in molti da tutto il territorio — spiega — mi sono adeguata e fuori orario di lavoro li faccio, anche a tutta la famiglia».
Ruscitti