«Gli antichi e noi»: così il passato resta sempre attuale
Confronti tra epoche, mentalità e punti di vista diversi per leggere con maggiore profondità il mondo e la vita. Indagare le complesse relazioni tra passato e presente, nella convinzione che se gli antichi continuano a essere parte del nostro immaginario è perché ci dicono qualcosa sulle nostre vite.
Per questo il Centro di alti studi umanistici dell’Università di Trento - Laboratorio di scienze dell’antichità e Laboratorio di ricerche sul teatro antico Dionysos – organizza Gli Antichi e noi, ciclo di seminari online in tre tappe, con inizio martedì 3 novembre alle 16, e continuerà i due martedì successivi alla stessa ora (www.lettere.unitn.it). Relatori tre grandi studiosi del mondo antico: Federico Condello (Università di Bologna), Mauro Bonazzi (Università di Milano e Utrecht), Maurizio Bettini (Università di Siena),
«Una riflessione sul rapporto tra gli antichi e noi, nello sforzo di comprendere l’antichità, al di là di ogni stereotipo che tuttora spesso la irrigidisce in “modello”, anche nei suoi aspetti problematici e irrisolti. Mostrando però come le nostre risposte ai problemi sociali, politici e culturali di oggi non possono prescindere da un fitto dialogo con l’esperienza degli antichi», spiega il curatore scientifico della rassegna Giorgio Ieranò dell’Università di Trento. Ad aprire, martedì sarà Federico Condello, che interverrà su «Falsari, critici e complici. Casi antichi, casi odierni, lezioni perenni».
«Condello darà spazio alla battaglia tra chi crea i falsi e chi li combatte da sempre», osserva Ieranò. Un problema antichissimo e al tempo stesso attuale. Ancora oggi i falsi circolano ampiamente e condizionano le scelte politiche e gli orientamenti dell’opinione pubblica. «Anche smascherati, i falsi continuano spesso a essere influenti. Oggi c’è ancora chi prende sul serio i falsi diari di Mussolini o i famigerati Protocolli dei Savi di Sion, un falso clamoroso determinante nell’ispirare l’antisemitismo e la persecuzione degli ebrei».
Condello è un grande esperto di falsi (a lui si devono argomenti decisivi che hanno dimostrato, per esempio, la falsità del Diario postumo attribuito a Eugenio Montale) ed è la guida ideale per conoscere meglio questo mondo ambiguo. «Ulisse, eroe della conoscenza», parlerà di questo Mauro Bonazzi (10 novembre) ripercorrendo le vicende e i caratteri di una figura cruciale dell’immaginario antico e moderno. Bonazzi si soffermerà anche sull’Ulisse di Dante: eroe della conoscenza, che valica le Colonne d’Ercole per amore del sapere.
A concludere il ciclo sarà Maurizio Bettini sul tema «Stranieri o barbari? Greci e Romani a confronto» (17 novembre). Attraverso gli antichi, Bettini affronterà temi come la cittadinanza, il rapporto tra noi e gli stranieri, tra i residenti e gli immigrati. «È un problema difficile e spinoso. Gli antichi lo hanno affrontato in modi diversi e spesso contrastanti. C’era chi, come gli ateniesi del tempo di Pericle, esaltava le proprie radici e negava agli stranieri il diritto di cittadinanza. I romani, invece, attraverso una lunga storia, arrivano, con Caracalla, a concedere la cittadinanza a tutti i sudditi dell’impero, a prescindere dalla loro origine etnica», precisa Ieranò.
Attraverso queste diverse prospettive Bettini racconterà come i problemi affrontati dagli antichi ci riguardino direttamente. «E come, davanti a questioni come quella delle migrazioni di massa, anche noi ci troviamo, senza saperlo, a replicare schemi di pensiero e di comportamento antichissimi».