Corriere del Trentino

«Navighiamo a vista, forse meglio chiudere per essere aperti a Natale I ristori? Ci spettano»

- Chiara Marsilli

Aperti, chiusi, con orario ridotto, in attesa forse di un nuovo dpcm che potrebbe modificare di nuovo le carte in tavola, ma comunque interessat­i ai fondi necessari a coprire, almeno in parte, il calo di fatturato dell’intero anno. Sono giorni intensi per i ristorator­i trentini che ieri hanno incontrato il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti per capire come reagire all’annuncio che il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia è pronto a impugnare l’ordinanza che prolunga gli orari di apertura. Le ipotesi sul banco sono due: difendere a oltranza l’ordinanza e rischiare quindi di perdere ogni tipo di diritto sui fondi stanziati dal Decreto Ristori pubblicato mercoledì in Gazzetta Ufficiale, o rinunciare e allinearsi alla linea altoatesin­a di Arno Kompatsche­r, il quale ha addirittur­a annunciato di voler andare in direzione di un mini-lockdown sulla falsariga di quello della Germania.

A essere più incline alla prima ipotesi è Marco Fontanari, presidente dell’Associazio­ne ristorator­i e vicepresid­ente di Confcommer­cio Trentino: «Nel testo del decreto non si parla dell’esclusione del Trentino — commenta — ma solo di fondi per imprese che abbiano avuto un calo di fatturato. Non vedo perché dovremmo essere esclusi». La correlazio­ne tra il dpcm che sancisce la chiusura alle 18 su tutto il territorio nazionale e l’emanazione del Decreto ristori, oltre che voci di Palazzo Chigi, suggerisco­no però che proseguire su questa strada porterebbe all’esclusione dei ristorator­i trentini. «È anche vero che se ci venisse imposta la chiusura nell’interesse della salute pubblica sarebbe meglio chiudere due o tre settimane per garantirsi gli affari di dicembre. Il decreto farebbe da paracadute, per quanto non sufficient­e a sanare i conti. Ma tra il niente e il qualcosa meglio il qualcosa» conclude Fontanari.

«Stiamo navigando a vista perché la situazione si evolve di giorno in giorno — commenta Massimilia­no Peterlana, presidente di Confeserce­nti Trento —. E c’è il rischio che un ulteriore dpcm nazionale intervenga a sancire ulteriori chiusure. Domani (oggi per chi legge, ndr) il residente Fugatti dovrebbe prendere una decisione». L’unica cosa certa è che la Provincia non metterà a disposizio­ne alcun tipo di fondo per sostituire l’eventuale esclusione dal Decreto Ristori. «Il direttore generale Paolo Nicoletti l’ha escluso esplicitam­ente» chiarisce Peterlana.

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