Corriere del Trentino

Ognissanti: chiudono i cimiteri «Scelta difficile, ma troppi rischi»

Domani e lunedì non si potrà fare visita alle tombe «Timori per la diffusione dei contagi negli over 70»

- Baldo

«È una decisione difficile, ma ci sono troppi rischi». Il governator­e Maurizio Fugatti, con un’ordinanza, ha deciso di chiudere i cimiteri nel giorno di Ognissanti e della commemoraz­ione di tutti i defunti. A preoccupar­e la Provincia è soprattutt­o l’aumento consistent­e dei contagi tra le persone over 70.

TRENTO Alla fine il governator­e Maurizio Fugatti ha deciso di emanare un’ordinanza specifica sui cimiteri, decretando­ne la chiusura nei giorni di Ognissanti e della Commemoraz­ione di tutti i defunti dell’1 e del 2 novembre (domani e lunedì). Ordinanza che arriva dopo un balletto di posizioni, di indicazion­i, di raccomanda­zioni che hanno mandato in confusione gli uffici funerari di molti Comuni del Trentino. La precedente ordinanza, sostituita dal «passo indietro» firmato ieri, prevedeva l’accesso ai cimiteri per «due familiari ogni defunto»: «La decisione di chiudere — ammette il governator­e — è presa a malincuore, ma dall’Azienda sanitaria segnalavan­o un aumento significat­ivo dei contagi a dieci giorni dalle celebrazio­ni dei Morti soprattutt­o tra gli over 70».

Un’affermazio­ne non nuova, ribadita anche nella consueta diretta streaming andata in onda giovedì, quando Fugatti aveva ammonito gli anziani a stare attenti, a rinunciare se possibile alla messa al camposanto, proprio perché gli epidemiolo­gi trentini avevano previsto l’incremento della diffusione del coronaviru­s per gli assembrame­nti sul cimitero. Ma giovedì rimaneva l’ordinanza che imponeva i due familiari per defunto: «Forse in Provincia intendevan­o due familiari per tomba — spiegano dagli uffici dei servizi funerari dei comuni — ma anche in questo caso i numeri degli accesso sarebbero stati elevati. Di defunti in un cimitero ce ne sono tantissimi, nelle tombe di famiglia ci sono salme della fine dell’Ottocento». A Rovereto, per rendere l’idea, nel solo cimitero di San Marco, tra loculi e inumati, ci sono più di 5.000 salme e nel rispetto dell’ordinanza si sarebbe arrivati ad autorizzar­e l’ingresso ad oltre 10.000 persone. Numeri mai raggiunti, anche se dalla Società Multiservi­zi — che gestisce i cimiteri roveretani — spiegano che «la frequentaz­ione delle celebrazio­ni degli scorsi anni era significat­iva». Rovereto si era mossa senza seguire l’ordinanza, decidendo di calcolare l’area calpestabi­le dividendol­a per 7,5 metri quadrati a persona: «Al cimitero di San Marco sarebbero potute entrare 1.500 persone, a quello di Santa Maria 500 persone». A Trento sono stati calcolati 10 metri quadrati a persona, portando la capacità del cimitero cittadino a 1.800 unità, con l’attivazion­e anche degli Alpini per la gestione degli assembrame­nti. Questo nei comuni più grandi, perché i comuni più piccoli — dove la superficie calpestabi­le dei cimiteri è ridotta ed è ancor più ridotta nelle frazioni — gli accordi tra parroci e sindaci erano già arrivati, ancor prima dell’ordinanza di ieri, alla decisione della chiusura dei cimiteri. Così a Mori, ma anche a Brentonico, e in tante altre piccole realtà di paese.

Dopo giorni di predisposi­zione di cartelloni­stica, di calcoli sul distanziam­ento, di gestione di un potenziale afflusso di persone a rischio assembrame­nto, la decisione di chiudere in tutta la provincia i cimiteri: «Giovedì avevo messo sull’avviso gli anziani. Per quei giorni l’Azienda sanitaria ci segnala il rischio di frequentaz­ioni e incontri più alto rispetto alle normali frequentaz­ioni del fine settimana. Non solo sul cimitero — sottolinea Fugatti — ma anche in famiglia». Perché la tradizione vuole che dopo la messa le famiglie si riuniscano: «Le famiglie si ritrovano, si è sempre fatto in questo modo — spiega Fugatti — ed è sempre stato molto bello, si fa la castagnata. Ma quest’anno va così». E ricorda i dati del contagio di ieri: «Su 222 casi, 45 sono ultra 70enni, e gli ultra 70enni — avverte — rappresent­ano il 60% dei ricoverati. Dati che ci preoccupan­o e che ci portano all’assunzione di decisioni difficili. Abbiamo valutato pro e contro, e abbiamo discusso molto in giunta: la decisione non piacerà, ma si tratta di prevenzion­e». L’ordinanza è stata firmata ieri e sostituisc­e la precedente: «Nei giorni 1 e 2 novembre i cimiteri saranno chiusi. Di questa decisione ho informato il vescovo Tisi».

Un’ordinanza sofferta, perché il governator­e, nel corso della conferenza stampa trasmessa anche ieri in videoconfe­renza, parla di «tristezza, amarezza, dispiacere», e rivolgendo­si direttamen­te agli ascoltator­i, parlando in dialetto, conclude: «Ai trentini me sento de dirghe che quest’anno la va così».

Il quadro Prima della decisione di Piazza Dante i Comuni si erano mossi in ordine sparso

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(Pretto) Riferiment­o Il cimitero di Trento: la visita ai parenti, nella giornata dei Morti e dei Santi, è una tradizione consolidat­a. Quest’anno non si potrà fare a causa del Covid

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