Alloggi gratuiti contro la fuga dai paesi
Dopo il successo di Luserna, si candidano anche Vallarsa e Canal San Bovo
Boom di adesioni per il progetto pilota lanciato a Luserna con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento attraverso l’insediamento di nuovi nuclei familiari. In poche settimane sono state 38 le candidature (anche dal Brasile). «Sono tutte famiglie che possono lavorare online, la fibra ottica ha dato loro la possibilità di uno smart working fluido», spiega Carbonari della Comunità degli altipiani cimbri. E adesso si candidano Vallarsa e Canal San Bovo.
TRENTO Boom di adesioni per il progetto lanciato a Luserna con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento attraverso l’insediamento di nuovi nuclei familiari. In poche settimane sono state 38 le candidature al bando, pubblicato nell’ambito del progetto promosso da Provincia, Comune di Luserna, Comunità degli Altipiani Cimbri e Itea Spa.
«Questa iniziativa sperimentale e dal carattere innovativo sta riscuotendo un grande interesse, tanto che l’intenzione dell’amministrazione provinciale è ora di guardare oltre gli Altipiani, anche alla luce delle richieste arrivate da altre amministrazioni del territorio provinciale» annuncia l’assessora Stefania Segnana. Tra le proposte all’attenzione di Piazza Dante ci sono quelle dei Comuni di Vallarsa e di Canal San Bovo. Queste realtà di montagna, proprio come Luserna, dispongono di appartamenti di proprietà di Itea, rimasti sfitti. Il progetto pilota, della durata di quattro anni, prevede la messa a disposizione di 6 alloggi non arredati. Gli appartamenti saranno consegnati gratuitamente e rimarranno a carico degli affittuari solo utenze e spese ordinarie. Come evidenzia Segnana, per le comunità locali il progetto rappresenta un valore aggiunto: «I nuovi nuclei familiari sono stati valutati e selezionati da una commissione ad hoc sulla base di parametri rigidi, al fine di individuare le persone che più di altre desiderano costruire il proprio percorso di vita in un paese di montagna, contribuendo alla sua crescita sociale ed economica».
Le giovani famiglie dovranno dimostrare di avere uno stipendio sicuro e saranno accompagnate e sostenute da esperti di processi partecipati, affinché possano avere un ruolo attivo nella comunità che li ospita. Nicoletta Carbonari, presidente della Comunità degli altipiani cimbri, ci tiene a sottolineare che le richieste di partecipazione sono arrivate non solo da tutta Italia ma anche dall’America, dall’Argentina e dal Brasile. Dei 38 che hanno fatto domanda 23 avevano i requisiti per partecipare al bando. «Stanno già consegnando le chiavi a quattro famiglie e altre due stanno finendo le pratiche — dice Carbonari —. I nuovi inquilini possono rimanere per 4 anni, pagano le spese condominiali e per partecipare hanno presentato un progetto come famiglia e sono stati contattati e monitorati più volte. Una volta riscontrati i requisiti sono state selezionate famiglie con bambini piccoli in età scolare e prescolare. Le persone che hanno fatto domanda sono tutte famiglie che possono lavorare online, la fibra ottica che in questi giorni sta arrivando ha dato loro la possibilità di uno smart working fluido e senza problemi. Senza un lavoro stabile non si veniva neanche presi in considerazione». Questa iniziativa, vista la sua popolarità, può essere un progetto pilota da calare in altre realtà. «Più persone arriveranno più servizi potremo dare sul territorio e creare un contesto di vita in cui non manca niente». Massimo Plazzer, sindaco di Vallarsa, si dice ben contento di mettere a frutto i propri alloggi Itea sfitti alle giovani coppie ma l’impegno per riportare le persone in montagna non si ferma lì. «La nostra piccola realtà presenta molti servizi per le famiglie sul territorio come la spesa a casa o l’aiuto compiti per i ragazzi. È nostra intenzione mettere in campo una serie di misure che possano rendere economicamente vantaggioso e sostenibile vivere qui. Per fare questo è importante intervenire su viabilità e collegamenti andando incontro alle necessità del pendolarismo. Mantenere le persone in montagna non è un costo ma un investimento e abbiamo bisogno dell’aiuto della Provincia».
Stefania Segnana «La sperimentazione sta avendo grande successo: per questo stiamo pensando di allargarla anche ad altri territori della provincia»