Bankitalia: il Covid piega il Nordest Corsa delle imprese alla liquidità
Il report sulle economie regionali: in Trentino-Alto Adige crollano export e prestiti alle famiglie
TRENTO In sei mesi la contrazione dell’economia ha portato a una diminuzione del 10% del Pil e al deterioramento delle condizioni del tessuto produttivo soprattutto nel Nord Italia. Le differenze territoriali dell’impatto della pandemia emergono a più riprese nell’ultimo rapporto della Banca d’Italia, dedicato alle economie regionali e all’effetto della pandemia sullo sviluppo dei territori nel primo semestre del 2020. Uno studio che ribadisce come il Trentino-Alto Adige non faccia eccezione. A dirlo sono i valori dell’accesso al credito, così come i numeri negativi delle esportazioni, segnale di una contrazione della domanda che pesa sulle imprese.
La pandemia ha avuto un effetto distorsivo non soltanto sull’attività produttiva del Paese, ma anche sulla dinamica dei finanziamenti a imprese e famiglie. Secondo Bankitalia circa i tre quarti delle le imprese industriali del nord ha visto diminuire il fatturato. La reazione all’improvviso venir meno di liquidità si è tradotto in un maggior accesso al credito. I prestiti bancari alle imprese, a giugno 2020, parlano di una corsa soprattutto in Trentino, dove le richieste sono cresciute del 6,1% rispetto all’anno precedente. È il quarto valore più alto registrato dalla Banca d’Italia. A fare richiesta sono soprattutto le realtà operanti nei servizi. Un insieme che include le aziende del turismo, lasciato a bocca asciutta per almeno tre mesi. Meno asfittica la situazione delle imprese altoatesine: i prestiti bancari sono cresciuti nell’ordine del 2%. Il report include tra le ragioni di questa impennata anche l’incentivo dato dal governo a questo tipo di misure, rese meno costose per le aziende.
Al contrario, la crisi provocata dal Covid-19 ha fortemente rallentato i prestiti alle famiglie. Si parla sia di mutui residenziali che di credito al consumo. A giugno di quest’anno sono diminuiti del 4,6 per cento in Regione, con un calo del 6,9% in provincia di Trento, e del 2,3% in Alto Adige. Calo che si ricongiunge al quadro d’insieme ricostruito nel report (e pubblicato il 4 novembre). Bankitalia sottolinea la riduzione della spesa delle famiglie, con un’intensità in crescita nel secondo semestre. La crisi morde, e lo fa su redditi familiari che avevano già inanellato una parabola discendente nel 2019. Tanto più dopo il lockdown, che ha avuto pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro. Gli ultimi dati Inps valutano che tra Cassa integrazione e Fondi di solidarietà in Trentino-Alto Adige siano state riconosciute 59,2 milioni di ore. Questo da gennaio a settembre.
Tornando alle imprese, il Coronavirus ha avuto effetto sulla domanda, producendo variazioni che si sono ripercosse sugli incassi. Due quinti delle aziende industriali sul territorio nazionale hanno registrato nel primo semestre un calo della domanda interna. Non va meglio la domanda estera, rallentata soprattutto al Nord, dove le aziende sono maggiormente orientate verso i mercati internazionale rispetti a quanto non lo sia il contesto produttivo del Mezzogiorno. Un nodo critico, quello delle esportazioni, che su tutto il territorio nazionale fino a giugno 2020 sono diminuite del 15 per cento. In Trentino-Alto Adige il tasso di crescita delle esportazioni nel primo semestre è stato negativo (-13%). Con note particolarmente dolenti nel settore dei mezzi di trasporto (-29,7%), nella produzione di computer, apparecchi e macchinari (-21%). Influiscono le restrizioni alla mobilità internazionale, in particolare agli spostamenti verso paesi extra-Ue, visto che i rapporti con il mercato americano hanno subito una flessione del 29,3 per cento. Calo della domanda estera e della domanda interna si sono tradotti in una diminuzione degli incassi, che ha affossato gli investimenti, in particolare nel Nord Est.