Scuola, oggi il vertice Festivi, riaprono i negozi
Cibio, arriva la nuova struttura da 3.000 test al giorno Fugatti recepisce il dpcm: negozi aperti di domenica
Èatteso per oggi il confronto tra Provincia e ministero sull’ipotesi di tenere il 50 per cento delle lezioni in presenza alle superiori.
TRENTO Tutti dalla stessa parte per una battaglia che ha il sapore donchisciottesco della lotta contro i mulini a vento. Ossia convincere Roma, in testa il rigoroso ministro alla salute Roberto Speranza, che la Provincia può ridurre la didattica a distanza, prevista al 100 per cento alle superiori in tutta Italia, al 50. Lo ha chiesto l’assessore Mirko Bisesti, la giunta e il dipartimento e lo chiedono i sindacati e i dirigenti.
Scuola
Gli spazi di manovra, lo ammette Fugatti dal suo isolamento, sono «risicati. Non so come il ministro, di fronte alla curva crescente del contagio, possa valutare questa ipotesti. Domani (oggi, ndr) a mezzogiorno come Regioni avremo un confronto con lui e avanzeremo questa istanza». Forti dei numeri, lo sostiene Bisesti. «Abbiamo investito 45 milioni di euro sulla scuola, abbiamo aumentato le classi e incrementato il personale. Possiamo sostenere il 50 per cento della didattica in presenza alle superiori». A chiedergli questo sforzo anche i dirigenti scolastici, incontrati nella serata di mercoledì. «Stiamo elaborando delle ipotesi con la didattica al 50 al 100 per cento a distanza — spiega Stefano Kirchner, dirigente del Rosmini — Ma valutiamo come molto positiva la possibilità di serbare una parte di didattica in presenza». Lo schema immaginato dai dirigenti è quello di «salvare» le prime «all’avvio di un quinquennio formativo» e le quinte «che già hanno trascorso metà della quarta a distanza e si devono preparare alla maturità». Medesimo il ragionamento di Teresa Periti, alla guida del Russel a Cles: «Anche se i nostri docenti sono preparati a svolgere la didattica a distanza e anche se sto facendo resettare tutti i pc per essere pronta a fornirli agli studenti mantenere una quota in presenza sarebbe una conquista, per i ragazzi ma anche per ringraziare la scuola del lavoro fatto». Sulla stessa lunghezza d’onda la Uil scuola che da sempre lotta per la scuola in presenza: «Ben venga — afferma il segretario Pietro Di Fiore — che la Provincia si sforzi per garantire la scuola in presenza. Ma venga anche prevista un po’ di continuità: sarebbe un errore programmare il 50 per cento per poi cambiare idea di nuovo tra una settimana».
Qualunque cosa venga decisa entrerà in vigore lunedì, mentre il resto del dpcm sarà «recepito — annuncia Fugatti — con un’ordinanza che stiamo preparando. Quindi amplieremo al sabato le chiusure dei centri commerciali (fatta eccezione per alimentari edicole e farmacie al loro interno) e verrà invece a cadere la chiusura dei negozi al dettaglio di domenica. Nessuno ci verrà a contestare di aver differito di un giorno l’applicazione delle regole sulla scuola» conclude.
I dati
Intanto però la curva cresce anche in Trentino: si contano 320 nuovi contagi su 3.132 tamponi, di cui 149 sintomatici. Fra i nuovi casi 77 sono ultrasettantenni, i decessi sono 3 mentre sul fronte dei ricoveri c’è un incremento atteso, con 239 pazienti in tutto, di cui 15 in rianimazione, quattro in più di ieri. Un dato che lo stesso Fugatti ha definito preoccupante, mentre per l’incremento dell’ospedalizzazione si continua «la saturazione — ha detto il direttore dell’azienda sanitaria Pierpaolo Benetollo — dei reparti individuati in tutti gli ospedali trentini eccetto Cles, anche se è in corso un rimaneggiamento nei reparti per affrontare eventuali nuovi incrementi». Tra i nuovi positivi 2 hanno tra 0-2 anni e 1 sotto i 5 anni. Ci sono poi 25 nuovi casi di bambini e ragazzi in età scolare, le classi in quarantena mercoledì erano 238.
Il Cibio
Per fronteggiare l’onda crescente partirà tra una decina di giorni il nuovo centro gestito dal Cibio dell’Università di Trento finanziato con un milione dalla Provincia e «che sarà in grado di processare 3.000 test al girono — ha spiegato il rettore Paolo Collini — Parallelamente nei laboratori di Povo verrà condotta una sperimentazione sui test salivari: sappiamo che questo sistema non ha la certificazione dell’Istituto superiore di sanità, ma stiamo lavorando a un test che possa essere utilizzato, per la relativa facilità con cui viene eseguito, come screening. I positivi saranno poi sottoposti a tampone ufficiale».
Nessuno ci potrà contestare di aver differito per un solo giorno l’avvio delle regole sulla scuola
A Povo parte la sperimentazione dei test salivari: sono validi e saranno usati come strumenti di screening