Le Lega chiude dieci discariche «Noi green»
Da Sardagna a Pilcante passando per il monte Zaccon. Loss: «Siamo green anche noi»
Da Sardagna a Pilcante passando per il monte Zaccon. La lega presenta il proprio piano per smantellare dieci discariche disseminate in tutto il Trentino e mostrare impegno green.
TRENTO «È il punto di arrivo di dieci anni in cui la Lega ha combattuto e si è spesa a favore dell’ambiente e del territorio». C’è soddisfazione nel Carroccio trentino per lo stralcio definitivo della discarica di Sardagna, Pilcante e altre otto discariche dal quinto piano provinciale per la gestione dei rifiuti speciali approvato dalla giunta e che andrà ufficializzato entro fine anno. Soddisfazione e rivendicazione: «La velocità con cui la giunta Fugatti è arrivata a risolvere in maniera definitiva una questione lasciata in sospeso da anni dimostra il nostro valore come amministratori concreti e il nostro interesse per il territorio, anche se la Lega e le amministrazioni di centrodestra sono sempre dipinte dagli avversari come disinteressate alle tematiche verdi» afferma la deputata Martina Loss. Le fa eco Gianni Festini Brosa, ex consigliere e presidente della commissione ambientale a Trento: «La Lega ha sempre valorizzato l’ambiente con azioni concrete. A differenza di altre forze politiche a noi non interessa finire sui giornali, ma produrre azioni e documenti veri».
La discarica di Sardagna, ex cava Italcementi, era uno dei temi centrali del capoluogo. Al centro di scandali, nel 2009 fu posta sotto sequestro dalla magistratura, e di vive proteste dei residenti della frazione, la capogruppo in Comune Bruna Giuliani l’ha definita «una piaga della città, che le ha impedito per lungo tempo di considerarsi una città green a 360 gradi. Sardagna dovrebbe essere il balcone di Trento, il suo biglietto da visita. Ora un ripensamento dell’area che coinvolga anche il Bondone».
Altra discarica tolta dal piano è quella di Pilcante, nei pressi di Ala. «Una vittoria non della Lega, ma di tutta la comunità» ha dichiarato Vanessa Cattoi, deputata e membro del comitato cittadino contrario al progetto. «È stata sconfitta la minaccia di un deposito di rifiuti speciali in un territorio votato all’agricoltura di pregio. In questo la Lega è sempre stata coerente. La valorizzazione del territorio è la nostra linea guida, non il suo sfruttamento».
Le altre discariche stralciate sono quelle di Monte Zaccon, tristemente nota per uno scandalo di smaltimento illecito di rifiuti, e Val Camino in Valsugana; la Bancoline in val di Fiemme, la Stuadri a Lavis, la Bersaglio vecchio e Fasse di Nago in Alto Garda; la Cengi a Marco presso Rovereto e la Bordala di Ronzo Chienis.
Il futuro di quelle aree ora è in mano ai Comuni, che dovranno dare un parere sulle future destinazioni dei terreni e su accordi con eventuali proprietari. Non sembra nemmeno che i siti dismessi saranno sostituiti da altre zone. «Ormai le aziende grosse che possono trattare in modo sicuro i rifiuti speciali sono tutte fuori provincia», ha affermato Festini Brosa, «è inutile destinare luoghi all’interno del nostro territorio, che non è vocato all’industria pesante».