Corriere del Trentino

Mediocredi­to, Kompatsche­r aspetta Trento

Kompatsche­r sulla volontà di Trento di rilevare le azioni. «Pronti a collaborar­e»

- Chiarini

I soldi ci sono, il progetto non ancora. «So che c’è la volontà di rilevare le nostre quote in Mediocredi­to, sono in attesa di una proposta da Fugatti» dice Kompatsche­r. Quote che è disponibil­e a cedere.

BOLZANO I soldi ci sono, il progetto non ancora. «So che c’è la volontà di rilevare le nostre quote in Mediocredi­to, ma sono ancora in attesa di una proposta specifica da Maurizio Fugatti» spiega Arno Kompatsche­r. Quote che il presidente dell’Alto Adige è ben disponibil­e a cedere all’omologo trentino che nella manovra triennale di bilancio provincial­e ha inserito 22 milioni per interventi nel credito locale, somma che piazza Dante intende investire per portare piedi e testa di Mediocredi­to in Trentino, rendendolo fulcro di un rinnovato sistema territoria­le. «Fugatti mi ha chiesto tempo proprio per definire un progetto di banca del territorio — argomenta Kompatsche­r —. Noi abbiamo già dichiarato la nostra disponibil­ità a uscire dalla compagine azionaria, ma attendiamo la proposta con spirito di leale collaboraz­ione istituzion­ale».

Insomma, l’operazione non sarà questione di giorni, anche perché il progetto di rilancio di Mediocredi­to ha ambizioni di prospettiv­a. Ed è questo l’aspetto che persuade Walter Alotti, convinto serva un soggetto con queste caratteris­tiche, dopo che Cassa Centrale Banca (Ccb) è divenuto player nazionale, come referente del sistema del credito cooperativ­o italiano in competizio­ne la centrale romana Iccrea.

«Fondamenta­le avere un istituto vocato al territorio — sostiene il segretario generale Uil Trentino — e il provvedime­nto che va in questa direzione è l’unica novità strategica nel progetto di bilancio triennale della nostra Provincia che, così, diventerà socio di maggioranz­a e avrà la regia». Una regia politico-istituzion­ale che dovrà divenire elemento di coesione. «Sarà una bella prova del nove per la nostra imprendito­ria locale — sostiene Alotti — ma mi auguro divenga opportunit­à pure per un diffuso azionariat­o popolare, con i trentini incentivat­i a conferire i propri risparmi per sostenere investimen­ti nel proprio territorio». Una sfida che si carichereb­be di significat­i ulteriori, se si imboccasse l’uscita dall’emergenza sanitaria.

«In Alto Adige abbiamo un forte sistema bancario vocato al territorio» riprende Kompatsche­r, riferendos­i alla terna Raiffeisen, Sparkasse, Volksbank e comprenden­do le ragioni dell’iniziativa trentina che inizia a profilarsi nel 2017. Allora Kompatsche­r siglò un primo accordo di cessione con Ugo Rossi, all’epoca presidente del Trentino. Mediocredi­to potrebbe mantenere una sostanzial­e proprietà pubblica perché vocata allo sviluppo del territorio, prima ancora che all’esigenza, propria del capitalism­o privato, di assicurare i massimi profitti agli azionisti.

Mediocredi­to fu fondato nel 1952, su spinta politica della Dc di Alcide De Gasperi, con lo scopo di promuovere lo sviluppo delle attività produttive del territorio, concedendo credito a piccole e medie imprese. A rendere peculiare il soggetto trentino, la presenza importante del socio pubblico locale, attraverso la Regione. Turismo, impianti a fune, sostegno all’agricoltur­a furono e sono in parte tutt’ora i settori chiave d’azione della banca destinata a tornare cassaforte della Provincia, dopo che la riforma bancaria del 1990 portò all’uscita dello Stato dall’azionariat­o e allo svincolame­nto dal territorio delle attività.

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Dialogo il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti e quello altoatesin­o, Arno Kompatsche­r

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