Restrizioni, ora Fugatti accelera
Indice Rt in calo ma il governatore non arretra e prepara un’ordinanza sul modello Zaia-Bonaccini. Oggi discussione in giunta Il piano: Comuni «rossi», chiusure festive, al bar dalle 15 si consuma seduti, sport in zone ad hoc, regole per la spesa
Come aveva annunciato, il governatore Maurizio Fugatti è pronto a intervenire con un’ordinanza che introduce misure più rigide per bar, ristoranti, sport, spesa. Zone rosse nei comuni con più contagi. Oggi confronto in giunta.
TRENTO Il testo dell’ordinanza verrà perfezionato in queste ore. Per poi entrare in vigore a stretto giro di posta: prima dovrà passare al vaglio della giunta provinciale, ma anche del ministro della salute Roberto Speranza per essere controfirmato (in modo da garantire i ristori al mondo economico). E, come anticipato mercoledì dal presidente Maurizio Fugatti, porterà con sé misure più restrittive per cercare di arginare la diffusione del virus nella nostra provincia.
«Gli ultimi dati che ci sono arrivati prospettano per il Trentino un Rt in calo» ammette il governatore. Che però
— dopo aver discusso ieri prima con Speranza e poi con il ministro Francesco Boccia — è deciso a non arretrare. E a stringere ancora le maglie delle limitazioni (prendendo a modello quanto deciso nelle regioni vicine, Veneto in primis). «Nonostante ad oggi — spiega — il ministro non ci abbia comunicato possibili rischi di passaggio in zona arancione, noi prudentemente vogliamo emanare un’ordinanza autonoma più restrittiva». Che interverrà, in primo luogo, nei comuni dove l’incidenza del contagio è più alta. Qui, anticipa Fugatti, «si applicherà il modello Cembra». In sostanza, verranno istituite limitazioni più stringenti rispetto al resto del territorio. E se l’ordinanza pensata per Cembra, di fatto, oggi corrisponde alla zona gialla — e quindi non porterebbe misure più rigide — l’idea è di rendere quei comuni «zona rossa». L’elenco dei territori (uno su tutti, Castello Tesino) sarà valutato oggi in giunta: poi, prima dell’entrata in vigore delle nuove regole, il governatore ne discuterà con i singoli primi cittadini.
Su tutto il territorio provinciale, quindi, cambieranno le regole per l’attività motoria e sportiva: «Stiamo valutando — dice il presidente — i luoghi dove poterla praticare».
Off limits probabilmente i centri abitati — quindi le aree dove si rischia maggiormente di trovarsi a stretto contatto con altre persone —, via libera alle zone periferiche e isolate (che nei paesi sono la maggioranza). Ma ci sarà una ulteriore stretta anche per la somministrazione di alimenti e bevande in bar e ristoranti: non cambieranno gli orari, assicura Fugatti. Piuttosto, si agirà sulle modalità di organizzazione del servizio. Ad esempio — seguendo il modello veneto — dopo le 15 non sarà possibile la consumazione se non al tavolo. Regole più stringenti anche nei mercati all’aperto e nelle modalità di fare la spesa. Con l’idea di intervenire anche sulle chiusure festive e domenicali.
Niente da fare, invece, per la scuola: l’obiettivo di portare la didattica a distanza almeno al 50% alle scuole superiori (oggi è al 100%) è ormai definitivamente tramontato. «Di fronte a una ordinanza che si propone di essere più restrittivi — allarga le braccia Fugatti — sarebbe contradditorio prevedere una misura di questo tipo per le scuole e rischierebbe di mettere in discussione la firma del ministro, una firma che sembra disposto a mettere. Lo dico con dispiacere, ma vista la situazione non ci sono altre soluzioni».
Con Boccia, inoltre, il governatore ha parlato dei Covid hospital. «In Trentino — ricorda il presidente — li avevamo istituiti anche in primavera. Ma al ministro abbiamo raccontato la difficoltà nel convincere le persone a trasferirsi in queste strutture. Per questo servirà una forte raccomandazione, un invito pesante, per fare in modo che questa volta funzioni». Anche se, secondo il direttore del servizio prevenzione dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro, se i trentini si sono mostrati restii, i cinesi invece hanno accolto con interesse l’iniziativa, partecipando attivamente.
Intanto, si valutano i dati epidemiologici. Che ieri hanno disegnato un quadro tutt’altro che roseo. Anche ieri sono stati otto i decessi (come il giorno precedente): due erano ospiti di Rsa, due sono stati registrati all’ospedale di Trento, due all’ospedale di Borgo, uno all’ospedale di Rovereto e uno a quello di Cles. Uguale al giorno precedente anche il numero di contagi: 253 (su un totale di 2.434 tamponi analizzati). Sono quasi 2.500 le persone in isolamento domiciliare, mentre i pazienti che devono ricorrere alle cure ospedaliere sono 368 (erano 338 solo 24 ore prima), trenta dei quali in terapia intensiva.
Del totale dei nuovi contagiati, 135 sono stati identificati da attività di contact tracing o screening, un centinaio sono paucisintomatici mentre i casi collegati alle Rsa sono otto. Rimane sotto osservazione la fascia della popolazione più anziana: tra i nuovi positivi, 57 hanno più di settant’anni. Per quanto riguarda i giovani, invece, sono stati registrati tre casi nei bambini fino ai due anni, 6 quelli con meno di cinque anni. Sono 36 i nuovi casi rilevati tra bambini e ragazzi in età scolare: si valuterà l’eventuale quarantena delle classi (attualmente il numero è di 269, in calo di 5 rispetto a mercoledì). Sul fronte dei territori, infine, 56 sono i nuovi contagi a Trento, 45 quelli a Pergine, 22 a Rovereto e 12 ad Arco.