Tamponi rapidi, inviati i dati: in una settimana circa 400 positivi
Gli esami
Anche Trento ha inviato al ministero i dati dei test rapidi «eseguiti dal 2 al 9 novembre» spiega Giancarlo Ruscitti, dirigente del dipartimento salute della Provincia. Di che numeri parliamo? «Circa un paio di migliaia di test» con una positività del 20 per cento. Tradotto: circa 400 positivi ai test antigenici riscontrati dal 2 al 9 novembre, una settimana.
TRENTO Test molecolari o antigenici? Anche se ormai molti hanno imparato la differenza sulla propria pelle o su quella dei propri parenti e amici, il tema fa discutere. Perché i primi, i classici tamponi fatti da sempre, sono quelli comunicati a Roma e sulla cui base vengono compilate le statistiche. I secondi, che sono fatti, per un profano, allo stesso modo ma che sono più rapidi nella risposta, non vengono per ora conteggiati. Anche perché, nella prima fase della seconda ondata, erano sempre confermati con tampone tradizionale. Qualche Regione però li ha comunicati ugualmente a Roma generando confusione e costringendo il dipartimento di prevenzione del ministero della Salute a correre ai ripari.
E così anche Trento ha inviato al ministero i dati degli antigenici «eseguiti dal 2 al 9 novembre
I numeri Dal 2 al 9 novembre la positività accertata era pari al 20%
— spiega Giancarlo Ruscitti, dirigente del dipartimento salute della Provincia — Il direttore del dipartimento Gianni Rezza ci ha chiesto due giorni fa di inviare questi dati, che non sappiamo come e se saranno utilizzati e abbiamo provveduto oggi». Di che numeri parliamo? «Circa un paio di migliaia di test con una positività del 20 per cento». Tradotto: circa 400 positivi ai test antigenici riscontrati dal 2 al 9 novembre. Ovviamente la percentuale di positività al test rapido è più alta di quella al tampone tradizionale, perché vine eseguito solo su chi presenta sintomi. Numeri in linea con quelli sciorinati dai sindaci, che in questi giorni assistono allarmati alla crescita di una cifra che pare sfuggire da ogni conteggio. Franco Ianeselli aveva parlato mercoledì di 1.100 positivi al test antigenico attualmente presenti sul territorio di Trento contro i 750 positivi al molecolare. Per Riva stiamo a 177 contro 49, per Pergine 182 contro 234 mentre ad Arco i positivi all’antigenico sono attualmente 64 contro i 176 tradizionali. Chiaro che nelle città dove la sperimentazione dei test rapidi nelle farmacie è partita prima (come Trento e Riva) i numeri di questi ultimi sono più alti. In totale comunque ci sarebbero poco
Ruscitti
Oggi abbiamo 28 farmacie che eseguono l’esame rapido. In molti casi è stato confermato con esame tradizionale
più di 1.500 positivi che non rientrerebbero in nessun computo guardando solo a un quarto circa della intera popolazione trentina, tanta è quella residente in questi quattro municipi. Ruscitti però spiega: «Noi abbiamo cominciato a usare i test antigenici, non formalmente riconosciuti, nelle rsa, nei reparti e poi siamo partiti per primi nelle farmacie. Adesso ne abbiamo 28 che li eseguono. Abbiamo chiesto più volte al ministero di comunicarli ma ci è sempre stato risposto di no. Non abbiamo nascosto nulla e li abbiamo comunque archiviati e storicizzati oltre che comunicati ai sindaci. Va detto inoltre che in molti casi chi aveva il test antigenico positivo faceva poi il molecolare». Parlare dunque di 1.000 o più positivi non conteggiati sarebbe un errore. Un meccanismo che però con il salire esponenziale della curva l’azienda sanitaria ha abbandonato negli ultimi giorni. Ma anche in questo caso per ragioni valide: «Visto che il test rapido noi lo facciamo solo sui sintomatici l’Azienda sanitaria lo ha ritenuto affidabile al 100 per cento, impegnandosi all’esecuzione del molecolare per decretare la fine della quarantena». Alcune regioni però avrebbero inviato i dati mescolati e quindi il ministero ora vuole fare chiarezza. Rezza lo aveva detto: «Stiamo adattando le modalità di raccolta, vanno computati anche i test antigenici».