Corriere del Trentino

Il Covid pesa sulle donne: persi diecimila posti

Donne più colpite degli uomini dalla crisi del 2020 Salomone: «Fiaccate soprattutt­o le stagionali»

- Marsilli

TRENTO A pagare il prezzo più alto sono ancora una volta le donne. È quanto emerge dai numeri dell’Agenzia del Lavoro di Trento, che fotografan­o una realtà amara: sono le donne ad avere perso il maggior numero di posti di lavoro e ad aver visto ridotto il tasso di assunzione a causa della pandemia di coronaviru­s.

L’emergenza del lavoro al femminile è tanto grave che in molto parti d’Europa si inizia a parlare di «shecession», crasi formata dalle parole «she» e «recession», a indicare per l’appunto una recessione economica che ha un impatto negativo prevalente­mente sulle donne. «Il lavoro che è stato più toccato dalla pandemia è quello alle dipendenze di tipo stagionale e a termine — ricorda Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia del Lavoro — I rapporti di lavoro a tempo indetermin­ato sono salvaguard­ati dal blocco dei licenziame­nti mentre la componente di lavoro che si attiva in risposta a fabbisogni stagionali o di picco di attività produttiva è quello che fin qui ha maggiormen­te risentito delle difficoltà». Nei primi sei mesi del 2020 le donne sono state più colpite dal calo della domanda di lavoro delle imprese. La flessione delle assunzioni femminili è stata pari a 10.739 unità di contro alle 8.419 minori assunzioni per i maschi. A ciò si aggiunge che i decreti anti-covid riguardano in misura prevalente i settori nei quali le donne sono sovra rappresent­ante, come l’assistenza all’infanzia, il commercio e il turismo, ma anche attività rivolte prevalente­mente se non esclusivam­ente a un pubblico femminile: dalle parrucchie­re alle estetiste.

Anche il numero di persone occupate alle dipendenze nel primo semestre 2020 è calato rispetto agli stessi mesi del 2019. «Il calo ha riguardato sia i maschi che le femmine ma il numero più alto si è reso evidente per la componente femminile a partire dal mese di giugno, in coerenza con le difficoltà in termini di ripartenza della stagione estiva ancora molto incerta e orfana delle opportunit­à lavorative del turismo primaveril­e dei laghi» commenta Salomone. Dopo la flessione di marzo e aprile per gli uomini è iniziato l’atteso recupero, ma ciò non è accaduto per le donne. Al 30 giugno 2020 la perdita di posizioni lavorative tra le donne ammonta al 5,3%, mentre tra i maschi si attesta al 4,7%. Diversi punti percentual­i di differenza che raccontano di una disparità tra generi ancora troppo accentuata a svantaggio delle lavoratric­i.

Infine, ma non ultimo, il problema che riguarda la tipologia dei contratti. Ancora oggi il peso della gestione della casa pesa in massima parte sulle spalle dei membri femminili della famiglia, e in Trentino l’82,6% del lavoro a tempo parziale è svolto dalle donne (dati 2019) e la percentual­e delle donne che lavorano a tempo parziale è pari al 40,6% (solo 7,0% la corrispond­ente percentual­e tra i maschi). «Più part-time e meno giornate lavorate determinan­o conseguenz­e importanti sulle retribuzio­ni di maschi e femmine e sui futuri importi pensionist­ici — ricorda Salomone — Purtroppo il problema delle pensioni è già evidente oggi, con le donne che hanno in media pensioni decisament­e più basse degli uomini. Una realtà figlia di molteplici fattori, ma che ha come consegna che le donne sono, a tutte le età, a maggior rischio di povertà rispetto agli uomini».

Per invertire i dati e scongiurar­e il pericolo di una crisi economica «di genere» è necessario cambiare l’intero sistema di welfare, ma anche i bonus possono servire a dare un primo input positivo. «In questi giorni la Giunta provincial­e sta lavorando a un documento riguardant­e una misura di incentivaz­ione per le assunzioni femminili cumulabile con i bonus statali. Duemila euro in più per chi assume donne e giovani under 25 e ulteriori duemila euro per quelle aziende che, contestual­mente al contratto, si impegnino ad avviare una riorganizz­azione interna in termini di conciliazi­one vita-lavoro — elenca Salomone — Se venisse approvato sarebbe una buona cosa, ma gli incentivi hanno il fiato corto. Bisogna pensare a medio e lungo termine cambiando il sistema di partecipaz­ione al mondo del lavoro».

 Prospettiv­e In questi giorni la giunta provincial­e sta lavorando a un documento riguardant­e una misura per favorire le assunzioni femminili cumulabile con i bonus statali

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Profession­iste A partire da sinistra un’operaia, un’addetta alle vendite, una cameriera in un bar e un’operatrice di un call center
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Docente Riccardo Salomone è professore a Giurisprud­enza e presidente dell’Agenzia del Lavoro di Trento

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