Scommesse sportive, sei a processo
Maxi truffa da tre milioni. Nella rete erano finiti 120 risparmiatori (62 in Trentino)
Sono stati rinviati a giudizio sei degli otto indagati per la maxi truffa legata alle scommesse sportive, architettata da cosiddetto «Madoff lusitano». Tra di loro ci sono anche i trentini Giandonato Fino, immobiliarista (già patron del Molveno Volley e allenatore del CasaSebastiano Coredo), Leonardo Sala, ex dipendente di banca e promotore finanziario, e Massimiliano Achler, ex direttore di banca. L’udienza è stata fissata a febbraio del prossimo anno.
TRENTO Sono stati rinviati a giudizio sei degli otto indagati per la maxi truffa legata alle scommesse sportive, architettata da cosiddetto «Madoff lusitano». Tra di loro ci sono anche i tre trentini Giandonato Fino, torinese ma residente a Molveno, immobiliarista (già patron del Molveno Volley e allenatore del CasaSebastiano Coredo) Leonardo Sala, ex dipendente di banca e promotore finanziario e Massimiliano Achler di Fai della Paganella, ex direttore di banca.
La faccenda affonda le radici nel 2017, quando la Guardia di Finanza di Trento porta a galla un sistema di scommesse illecito, cui decine e decine di risparmiatori avevano prestato credito e soldi finendo gabbati. La mente del sistema era stata individuata nel portoghese Jorge Antero Silva de Queiros, soprannominato il Madoff lusitano in memoria del ben più noto criminale statunitense, accusato di una delle più grandi frodi finanziarie di tutti i tempi. Gli indagati avrebbero proposto ai risparmiatori uno schema semplice e sempre efficace: la giocata era basata sul presupposto che per lo stesso evento le scommesse venissero piazzate su diversi bookmakers così da coprire tutti i risultati possibili. All’inizio gli indagati facevano vedere anche qualche soldo ai loro clienti, secondo la Procura, per attirarli nella rete convincendoli a mettere in campo cifre sempre più alte per poi scomparire col bottino. Il pm Marco Gallina, titolare del fascicolo, aveva stimato una truffa da tre milioni: circa 120 le persone che sarebbero cadute nella trappola del malvivente e della sua rete di soci: 77 sarebbero le persone lese da questa vicenda di cui 62 in Trentino. E infatti ieri, in udienza preliminare, si sono costituite una trentina di parti civili.
Il giudice non ha accolto la tesi della difesa che chiedeva a gran voce il proscioglimento e ha chiesto il giudizio per tutti gli imputati: appunto Fino, Sala e Achler, tutte figure note e stimate nelle rispettive comunità in grado dunque, secondo la tesi dell’accusa, di convincere i risparmiatori ad aderire al loro sistema no risk. A questi vanno aggiunti Ivo Vaz Salgado, Joaquim Manuel opez Ferreira e Simone Crisciolo, cresciuto in Portogallo seppure originario di Novi Ligure.
L’udienza per loro è stata fissata al 18 febbraio. Mentre un caso si è aperto, paradossalmente, sulla figura principale dell’intera vicenda ossia Jorge Antero Silva de Queiros e la moglie Leticia Benevides da Silva Magalhaes. Per la seconda, chiamata come gli altri in preliminare alla scelta del rito, non è stato possibile procedere perché non è stata rintracciata. La sua posizione è stata stralciata e l’udienza fissata a giugno. Il «Madoff Lusitano» invece si trova in carcere in Francia, detenuto per reati analoghi a quelli commessi in Italia. La Francia aveva dato il proprio consenso affinché l’uomo venisse sentito insieme agli altri in videocollegamento. Ma Trento ha dovuto dire no: perché mancava un’aula dotata di impianto di registrazione e videocollegamento della capienza adatta (vedi normative Covid) a ospitare parti civili e imputati e relativi avvocato. L’apparecchiatura adeguata che prima si trovava negli ampi spazi dell’Assise infatti ora si trova in una stanza troppo piccola. Di qui la necessità di stralciare anche la posizione del presunto boss e rinviare a giugno.