«Facciamo molti sacrifici, ma siamo senza forze»
Piffer (Confcommercio): siamo responsabili, ma non abbiamo liquidità Ieri dodici decessi. E si attivano 80 posti letto in più nelle cliniche private
Le categorie economiche ormai sono allo stremo. E Massimo Piffer, vicepresidente di Confcommercio, lo ripete: «Siamo pronti a fare sacrifici, ma siamo esausti». Manca flusso di cassa e ci sono tante scadenze. Mutui, fidi, F24. «Per questo chiediamo che si congelino le scadenze fiscali», dice.
C’è stato il tempo delle polemiche, delle richieste, quello del punto d’incontro. Ora, invece, è semplicemente il tempo della spossatezza. Per le attività commerciali, loro malgrado coinvolte in una giravolta di leggi e ordinanze sulle chiusure domenicali e festive, quella che scatterà da lunedì è l’ennesima decisione in poche settimane. Si chiude. «Siamo pronti a fare sacrifici, ma siamo esausti» riflette laconico Massimo Piffer, vicepresidente di Confcommercio del Trentino e presidente dell’Associazione dei commercianti al dettaglio. Molto più caustico Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet e voce degli esercizi pubblici. «S’è tergiversato troppo a inizio ottobre quando si potevano adottare misure più restrittive per salvare dicembre».
«Fatturato fermo»
Un’altra ordinanza annunciata, che per i negozi entrerà in vigore domenica prossima (si temeva, ieri, partisse già domani). «Adesso però è inutile sollevare polemiche perché non ce n’è bisogno — riflette Massimo Piffer — Siamo in una situazione difficilissima dal punto di vista sanitario: la preoccupazione è alta perché le imprese hanno difficoltà a reggere questa grave crisi, il fatturato è fermo». Piffer mostra di avere ben chiaro il fardello che grava sulle spalle di chi deve prendere una decisione nel mezzo di una pandemia. «Capiamo e siamo pronti a fare ulteriori sacrifici, con la stessa responsabilità che ci ha contraddistinti sino a qui — premette — Però mi auguro che non si dimentichino queste fatiche: ci siamo dati dei protocolli, li seguiamo con rigore ma in compenso, a fronte di bilanci compromessi e difficoltà nel cash
flow, ci troviamo scadenze e pagamenti». Di qui la richiesta: «Congelare le scadenze fiscali perché non riusciamo a sostenere mutui, fidi e F24 e questo significa solo una cosa: saltano le partite Iva, ovvero chi paga il 60% delle tasse nel nostro Paese». Quello di Piffer è un appello, per scongiurare fallimenti a catena.
«Siamo in lockdown»
Caustico anche Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet. «Credo che la politica abbia tergiversato — dice — S’è aspettato troppo prima di prendere una decisione: si doveva chiudere molto prima e ne sono profondamente convinto, con un intervento a fine settembre inizio ottobre si sarebbe salvato il mese di dicembre». Così non è successo. «E ora — aggiunge Peterlana — stiamo andando avanti con un moribondo che ha bisogno di aiuti per sopravvivere». Peterlana è scettico: «Il mese di dicembre è ormai compromesso, non abbiamo salvato nulla e i nostri associati sono preoccupati, disorientati, non riescono a programmare l’attività e navigano a vista». Un’incertezza che per molte attività, teme Peterlana, si tradurrà in fallimento, chiusura. «Anche perché — dice — tutti dimenticano il fattore X: i clienti». Ossia i cittadini che limitano i consumi e le attività. «Noi siamo aperti, ma nella sostanza siamo già in pieno lockdown».
I contagi
Intanto continuano a crescere i ricoveri, le infezioni e le vittime di questa seconda ondata. Sono 12 i decessi per Covid in Trentino nelle ultime 24 ore e
riguardano tutti persone con più di 80 anni, in parte ospiti di Rsa. In queste strutture inoltre i nuovi positivi riscontrati oggi sono 46, tra ospiti e operatori, mentre il totale dei nuovi positivi al tampone molecolare è di 202 casi su 4.782 tamponi effettuati. Restano stabili a 30 i pazienti ricoverati in rianimazione e la cifra complessiva dei ricoveri oggi è pari a 383. Ci sono poi 12 nuovi casi di bambini e ragazzi in età scolare: le prossireparti
me ore determineranno la necessità o meno di attivare l’isolamento delle rispettive classi (ieri quelle in quarantena erano 275). Il rapporto registra ieri altri 100 guariti: il numero complessivo sale così a 8.570
Ottanta posti letto
Per contenere la curva del contagio, Provincia e Azienda sanitaria stanno affinando la macchina dell’emergenza sanitaria: verranno riattivati i Covid presso le strutture ospedaliere private in Trentino, per un totale di 80 posti letto in più. «Nel periodo compreso fra la fine di marzo e il mese di maggio 2020 erano stati attivati due reparti di medicina ad indirizzo infettivologico presso la Casa di Cura Solatrix, un reparto presso Villa Bianca e un altro presso l’Ospedale San Camillo», ricorda l’assessora Stefania Segnana che ha deliberato le nuove remunerazioni alle tre cliniche private.
Test rapidi dal medico
Per quanto riguarda la diagnostica, invece, l’accordo siglato fra Provincia e medici di medicina generale allarga la possibilità di effettuare (su appuntamento) test rapidi antigenici in ambulatorio. Verrà distribuita ai medici inizialmente una dotazione di una confezione di tamponi antigenici rapidi con 20 test e relativi dpi, mentre le distribuzioni successive avverranno su richiesta del singolo medico utilizzando un webform specifico messo a disposizione dall’Azienda.
Covid Hotel
Sono già venti, infine, gli hotel che si sono resi disponibili a offrire alloggi per il personale sanitario che in questo momento di emergenza preferisce non rientrare a casa come forma di tutela delle rispettive famiglie. Nel caso dei pazienti che non necessitano ricovero, invece, non ci sono attualmente Covid Hotel (Non hanno riscosso successo nemmeno a marzo», ha detto il governatore Maurizio Fugatti) ma in compenso ci sono due strutture: alle Viote e a San Cristoforo.