«Si esce solo per le attività essenziali, poi si torna a casa»
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli, dopo un «weekend complicato per gli assembramenti», torna a chiedere ai cittadini «responsabilità». I chioschi di caldarroste e vin brulè sono stati chiusi, il mercato del giovedì è in forse, e considerati 2.200 positivi («solo 670 con il tampone, mentre gli altri 1500 sono i test antigenici non contabilizzati ufficialmente») la città è al 2% di positivi: «Numeri importanti, che noi vogliamo dare con trasparenza, proprio per una maggiore responsabilizzazione — sottolinea Ianeselli — e consideriamo che il 3% è il valore che può far scattare la zona rossa».
Nella conferenza stampa del lunedì il sindaco ha quindi voluto fare un nuovo appello alla responsabilità di tutti: «Da una parte c’è il collasso del sistema sanitario, che non può reggere un ulteriore aumento dei contagi, dall’altra parte c’è il rischio di affondare la nostra economia. Dobbiamo navigare cercando di evitare questi due pericoli. E possiamo farlo solo se ognuno di noi si comporta in modo responsabile». Concetto ribadito anche in un lungo post su Facebook, in cui il sindaco ricorda che «i 2200 positivi presenti sul territorio comunale non consentono errori»: «Gli assembramenti del sabato pomeriggio sono stati davvero insostenibili e ci hanno indotto a firmare un’ordinanza per vietare l’attività dei venditori di caldarroste fino al 31 dicembre. Non incolpiamo gli imprenditori, non cerchiamo capri espiatori, il fatto è che quell’attività produce assembramenti di per sé». Per contrastare gli assembramenti, Ianeselli ammette che «si potevano fare più controlli»: «Ma è necessario soprattutto che le persone capiscano la drammaticità della situazione. In questi giorni dobbiamo accettare un fatto: si esce solo per lavorare o per necessità indifferibili, poi si torna a casa. Dobbiamo rinunciare alle attività non essenziali. Nel prossimo fine settimana, proprio per scongiurare nuovi assembramenti, programmeremo controlli straordinari della polizia locale insieme alle forze dell’ordine», anche se non è che si possa immaginare un’azione repressiva che disperda la folla o sanzioni coloro che si attardano a guardare le vetrini: «Non è tempo per il giro al Sas. Bene l’acquisto nei negozi, anche per sostenere l’economia, ma si entri negli esercizi sapendo cosa comperare, magari scegliendo anticipatamente i prodotti sui loro siti internet o attivando la consegna a domicilio dov’è possibile». In vista, però, nessun inasprimento delle misure restrittive: «Ci riserviamo di valutare nelle prossime ore la possibilità di autorizzare o meno il mercato del giovedì».
Legami
Se collassa il sistema sanitario collassa anche ‘economia Serve più responsabilità