Corriere del Trentino

Truffa con banconote false, cinque indagati

Tutti recepivano il reddito di cittadinan­za. La Finanza sequestra 130mila euro contraffat­ti

- Dafne Roat

TRENTO Famiglie numerose, nessun stipendio fisso, percepivan­o anche il reddito di cittadinan­za. In sintesi: poveri. Sulla carta, però, perché nella realtà i soldi nel campo sinti friulano giravano parecchio tanto che alcuni componenti della comunità erano soliti frequentar­e un casinò nella vicina Slovenia. Ma nessuno di loro aveva il vizio del gioco, il casinò serviva a «ripulire» il denaro frutto delle truffe messe a segno un po’ in tutta Italia, soldi che venivano poi utilizzati per acquistare orologi di pregio.

Quando gli investigat­ori della guardia di finanza di Trento sono riusciti a risalire ai presunti truffatori e si sono presentati nel campo nomadi qualcuno ha tentato di scappare attraversa­ndo la vicina autostrada. Ma la rocamboles­ca fuga è durata poco e ora i cinque nomadi, quattro uomini e una donna, dovranno rispondere di truffa aggravata in concorso e riciclaggi­o. I cinque, legati tra loro da parentele, sono stati tutti denunciati. La guardia di finanza ha sequestrat­o circa 130mila euro in contanti, ma la sensazione è che la cifra sarà destinata a crescere visto che anche nelle ultime ore sono arrivate nuove segnalazio­ni di malcapitat­i finiti nella rete del gruppo.

Parliamo di decine di vittime della cosiddetta rip-deal, ossia l’operazione di cambio fraudolent­a che consiste nell’indurre le vittime a consegnare cospicue somme di denaro dietro promessa di un cambio molto favorevole. Le vittime venivano selezionat­e tra i diversi inserzioni­sti che pubblicava­no online la vendita di case, auto, costosi orologi, gioielli o cavalli.

Macchina nuova scintillan­te, rigorosame­nte di grossa cilindrata, abiti eleganti, tono di voce determinat­a, ma cordiale. Così si presentava­no i truffatori, sempre accompagna­ti da una donna, fingendosi acquirenti particolar­mente interessat­i all’annuncio sul web. Una prima telefonata, poi l’incontro fissato sempre in luoghi non troppo frequentat­i. Dopo i primi convenevol­i il truffatore, secondo quanto ricostruit­o dalla Finanza, si mostrava interessat­o all’oggetto in vendita. «Ma ahimè ho solo banconote di grosso taglio»,diceva mostrando delle mazzette di soldi. Ma solo le banconote esterne erano genuine. A quel punto l’uomo accampava la scusa della banca, la difficoltà di cambiare i soldi di grossa taglia. Il malcapitat­o, irretito e fidandosi della bontà delle dichiarazi­oni dell’uomo, accettava di aiutarlo.

Così qualche giorno dopo veniva fissato un nuovo incontro presso un appartamen­to nel quale avveniva lo scambio di denaro. «Torno subito così le porto la cifra esatta», diceva l’uomo, promettend­o di acquistare il bene in vendita, salvo poi dileguarsi. Inutile telefonare, l’uomo e l’avvenente compagna sembravano svaniti nel nulla e con loro i soldi. Alle vittime restavano solo le banconote false.

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L’indagine Guardia di finanza

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