Truffa con banconote false, cinque indagati
Tutti recepivano il reddito di cittadinanza. La Finanza sequestra 130mila euro contraffatti
TRENTO Famiglie numerose, nessun stipendio fisso, percepivano anche il reddito di cittadinanza. In sintesi: poveri. Sulla carta, però, perché nella realtà i soldi nel campo sinti friulano giravano parecchio tanto che alcuni componenti della comunità erano soliti frequentare un casinò nella vicina Slovenia. Ma nessuno di loro aveva il vizio del gioco, il casinò serviva a «ripulire» il denaro frutto delle truffe messe a segno un po’ in tutta Italia, soldi che venivano poi utilizzati per acquistare orologi di pregio.
Quando gli investigatori della guardia di finanza di Trento sono riusciti a risalire ai presunti truffatori e si sono presentati nel campo nomadi qualcuno ha tentato di scappare attraversando la vicina autostrada. Ma la rocambolesca fuga è durata poco e ora i cinque nomadi, quattro uomini e una donna, dovranno rispondere di truffa aggravata in concorso e riciclaggio. I cinque, legati tra loro da parentele, sono stati tutti denunciati. La guardia di finanza ha sequestrato circa 130mila euro in contanti, ma la sensazione è che la cifra sarà destinata a crescere visto che anche nelle ultime ore sono arrivate nuove segnalazioni di malcapitati finiti nella rete del gruppo.
Parliamo di decine di vittime della cosiddetta rip-deal, ossia l’operazione di cambio fraudolenta che consiste nell’indurre le vittime a consegnare cospicue somme di denaro dietro promessa di un cambio molto favorevole. Le vittime venivano selezionate tra i diversi inserzionisti che pubblicavano online la vendita di case, auto, costosi orologi, gioielli o cavalli.
Macchina nuova scintillante, rigorosamente di grossa cilindrata, abiti eleganti, tono di voce determinata, ma cordiale. Così si presentavano i truffatori, sempre accompagnati da una donna, fingendosi acquirenti particolarmente interessati all’annuncio sul web. Una prima telefonata, poi l’incontro fissato sempre in luoghi non troppo frequentati. Dopo i primi convenevoli il truffatore, secondo quanto ricostruito dalla Finanza, si mostrava interessato all’oggetto in vendita. «Ma ahimè ho solo banconote di grosso taglio»,diceva mostrando delle mazzette di soldi. Ma solo le banconote esterne erano genuine. A quel punto l’uomo accampava la scusa della banca, la difficoltà di cambiare i soldi di grossa taglia. Il malcapitato, irretito e fidandosi della bontà delle dichiarazioni dell’uomo, accettava di aiutarlo.
Così qualche giorno dopo veniva fissato un nuovo incontro presso un appartamento nel quale avveniva lo scambio di denaro. «Torno subito così le porto la cifra esatta», diceva l’uomo, promettendo di acquistare il bene in vendita, salvo poi dileguarsi. Inutile telefonare, l’uomo e l’avvenente compagna sembravano svaniti nel nulla e con loro i soldi. Alle vittime restavano solo le banconote false.