Corriere del Trentino

Concession­e A22, ore decisive per l’affidament­o diretto Conzatti: «Puntare su proroga»

- Nicola Chiarini

Margini

La ministra De Micheli si è detta disponibil­e a valutare quanto emergerà in aula lunedì prossimo

Il rinnovo con affidament­o

BOLZANO diretto “in house” della concession­e trentennal­e dell’A22 ad Autobrenne­ro è nella bozza della legge di bilancio che, lunedì, sarà vagliata dal Consiglio dei ministri, prima dell’approdo parlamenta­re.

L’opzione è prospettat­a all’articolo 129 del testo con un passaggio che sarebbe stato voluto fortemente da Paola De Micheli che, ministra delle Infrastrut­ture, è determinat­a a definire entro fine anno il terreno per liquidare i soci privati residui in Autobrenne­ro (accreditat­i di poco più del 14 per cento, ripartito tra Serenissim­a, Condotte, InfraCis, Banco popolare) e porre, in questo modo, le condizioni entro fine anno per l’affidament­o diretto, possibile con una totale proprietà pubblica.

Un’opzione che escludereb­be ulteriori proroghe, gradita anzitutto al presidente dell’Alto Adige Arno Kompatsche­r, ma che preoccupa il blocco dei «Soci del Sud» che, da Trento a Verona fino a Modena, Mantova, Reggio Emilia, punterebbe a una ulteriore proroga decennale di una concession­e originaria scaduta nel 2014.

Il timore espresso da questo fronte è che una chiusura in questi termini del rapporto con i privati (oltre a segnare la centralità dello Stato sulle Autonomie territoria­li), porti a un contenzios­o sulla «nazionaliz­zazione» che paralizzer­ebbe gli investimen­ti, imponendo di attenersi alla sola ordinaria amministra­zione come, nella sostanza, è avvenuto negli ultimi sei anni.

I privati chiedono 160 milioni di euro per la liquidazio­ne delle loro quote, mentre la parte pubblica verosimilm­ente intendereb­be sborsare una somma inferiore alla metà — e stimata tra i 50 e i 70 milioni — ossia la forbice di valore indicata nel giugno 2019 dalla Corte dei Conti regionale del Trentino Alto Adige, in occasione del giudizio di parifica dei bilanci relativi al 2018 della Regione e delle due Province autonome.

Le prossime ore saranno, dunque, decisive per capire se l’opzione su cui spinge la ministra De Micheli vedrà la convergenz­a di tutto l’esecutivo, con la creazione, nel caso, di un quadro politico che andrebbe a blindare la maggioranz­a.

Ma il quadro è ancora molto fluido, a sentire Donatella Conzatti, senatrice trentina di Italia Viva e prima sostenitri­ce dell’esigenza di una proroga. «Mi sembra che ci sia ancora uno spazio di ragionamen­to — sostiene la parlamenta­re —. Dalle notizie di cui dispongo, la ministra De Micheli ha voluto insistente­mente questa opzione in bilancio, ma si è anche detta disponibil­e a valutare quanto emergerà in aula, dove potrebbero esserci richieste di ritiro o emendament­o». «Ho parlato, e sto parlando tuttora — prosegue ancora la parlamenta­re trentina — con i colleghi della Camera che, in primis, svolgerà il lavoro di confeziona­mento del testo definitivo».

Nel confronto con i colleghi dei territori interessat­i e delle diverse forze politiche, Donatella Conzatti richiamere­bbe, anzitutto, una direttiva Ue (la 2014/23) che consentire­bbe deroghe sull’affidament­o in house, qualora i privati siano sotto il 20 per cento della compagine azionaria, come nel caso di A22. «La partita si gioca su diversi tavoli, non ultimo quello europeo — ragiona ancora la senatrice — e credo si debba puntare alla proroga per evitare il congelamen­to degli investimen­ti degli ultimi sei anni, vincolando­la a realizzazi­one di interventi strategici, come la terza corsia».

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