«A22 e privati da liquidare, iter aperto»
Kompatscher rilancia dopo la bocciatura alla Camera. Conzatti: tavolo per la proroga
Un incidente di percorso «tecnico, non politico». È unanime il commento sul parere negativo dato dalla quinta commissione della Camera alla liquidazione dei soci privati di A22 nella legge di bilancio 2021. Ma Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, rilancia: «Valutiamo un iter alternativo». Palazzi (sindaco di Mantova e la senatrice trentina Conzatti chiedono un tavolo per la proroga. In settimana l’incontro con Gentiloni.
TRENTO Un incidente di percorso «tecnico, non politico». Il commento sul parere negativo dato dalla quinta commissione della Camera alla liquidazione dei soci privati di A22 nella legge di bilancio 2021 è unanime: da Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, e Mattia Palazzi, sindaco di Mantova, a Donatella Conzatti, senatrice trentina di Italia viva. Tutti concordano che non ci siano motivi politici dietro la bocciatura dell’articolo 129 della nuova legge di bilancio. Una norma con cui la maggioranza avrebbe voluto risolvere la spinosa questione della concessione di A22 e che ora invece dovrebbe essere stralciato dalla presidenza della Camera. Insomma, tutto da rifare.
«Verificheremo con il Governo come intende muoversi — spiega Kompatscher interpellato sulle prossime mosse — Non è un problema politico ma un orientamento degli ultimi anni di eliminare dalla legge di bilancio tutte quelle norme ordinamentali, come in questo caso. Ora vedremo se sarà possibile trovare un nuovo veicolo legislativo per approvare la norma entro la scadenza della proroga». Il Governo, lo ricordiamo, punta al riscatto forzoso del 14% in mano ai privati in modo da poter creare una società in house interamente pubblica a cui affidare la concessione per i prossimi 30 anni e sbloccare così gli investimenti previsti nell’accordo. Una soluzione che consentirebbe di risolvere il problema della valutazione delle quote, su cui pesano l’esclusione o l’inserimento nella stima del valore del Fondo ferrovia (800 milioni) e la scure della Corte dei conti.
Il termine entro cui va risolta la questione ed evitare che la concessione vada a gara è fissato per il momento al 29 dicembre, salvo ulteriori rinvii. «Lo stop è tecnico — commenta Palazzi — ma ora i tempi sono stretti. Credo che sia necessario sedersi a un tavolo tutti insieme per capire se è possibile trovare una soluzione entro la scadenza. Allo stesso tempo dobbiamo lavorare con Bruxelles se c’è margine di manovra per una proroga corposa». Anche secondo Conzatti questo stop deve diventare l’occasione per avviare un lavoro trasversale: «Sarebbe necessario aprire un tavolo per confrontare le esigenze di enti locali, Governo ed Europa, trovando una soluzione che sia in grado di soddisfare tutti». Per fare questo serve tempo e per questo la senatrice ribadisce la necessità di insistere con la soluzione alternativa (sostenuta dai soci del Sud, tra cui la Provincia di Trento): una proroga della concessione di qualche anno in modo da sbloccare gli investimenti. «Non è una soluzione estranea all’Unione europea, hanno preso di recente una decisione simile in Francia», spiega Conzatti. Una strada a cui però l’Unione europea si è già opposta e su cui cambierà difficilmente idea. «Dovremmo confrontarci con il commissario europeo Gentiloni in settimana — spiega Kompatscher parlando dell’ultimo tentativo di dialogo disponibile — ma i margini di manovra sono davvero minimi. Per l’Europa non c’è nulla da prorogare perché la concessione è scaduta nel 2014».
Quello che gli enti locali vogliono evitare è che la concessione vada a gara e non solo per il rischio di perdere la gestione di un asse che è fondamentale per i territori. «Per fare gli interessi pubblici la cosa migliore è mantenere la gestione pubblica. Ma anche se si finisse a gara e la vincessimo — osserva Kompatscher — i territori non potrebbero ottenere contributi da A22, un aspetto di cui spesso ci si dimentica».