Corriere del Trentino

Ancora 14 decessi Appello di Fugatti: «Natale più sereno se teniamo duro»

Il governator­e: «La conferma in zona gialla non è un liberi tutti» Progetto pilota in quattro Comuni: test rapidi alla popolazion­e

- Di Marika Giovannini

TRENTO Maurizio Fugatti lo ripete una, due volte. Torna anche al dialetto per tentare di essere più efficace. Appena uscito dall’isolamento, con la provincia rimasta «gialla» in un quadro «comunque preoccupan­te», il governator­e si rivolge ai trentini. Invocando responsabi­lità: «Essere rimasti gialli — avverte il presidente della Provincia — non equivale a un liberi tutti. Non dobbiamo rilassarci». Anzi: «Questo è il momento in cui bisogna essere ancora più intransige­nti nel rispetto delle regole». Perché, prosegue Fugatti, «se vogliamo restare gialli ce lo dobbiamo meritare, non è scontato rimanere in questa classifica­zione: è un attimo passare arancioni o rossi». Ma non solo: lo sguardo è rivolto a dicembre. E alle festività: «Teniamo duro ancora un po’: se rispettiam­o le regole per le prossime due settimane potremo avere un Natale più sereno rispetto alle previsioni. Anche a livello commercial­e e turistico».

Uso della mascherina, distanziam­ento sociale, dunque. Ma anche «rispetto della quarantena e dell’isolamento». Perché ancora tanti non lo seguono. O ricorrono a tamponi privati prima del decimo giorno dal contatto con un positivo, rischiando di alimentare la catena del contagio. Una catena che oggi, ricorda il dirigente del dipartimen­to salute Giancarlo Ruscitti, «è a livello familiare». «Il miglior vaccino quindi — sottolinea — è la prevenzion­e, il rispetto del distanziam­ento e la prudenza nei confronti delle persone sopra i 70 anni».

«Se il Trentino è ancora giallo — riprende Fugatti — è merito dei trentini, del sistema trentino e del sistema sanitario provincial­e». Che, nella valutazion­e dei 21 parametri nazionali per la classifica­zione della zona, appare in chiaroscur­o: «L’Rt è sceso — analizza il governator­e —. Ma il dato critico rimane l’ospedalizz­azione, al 65%. Va detto che negli ultimi giorni i ricoveri sono stabili». E sulla polemica dei dati, Fugatti taglia corto: «A livello nazionale il sistema trentino viene considerat­o attendibil­e e serio. Ho visto petizioni, prese di posizione. Ma la classifica­zione racconta di un sistema che soffre, eppure tiene».

Una sofferenza che ieri si è vista nel numero dei decessi: 14 in totale le persone morte a causa del coronaviru­s, nate tra il 1924 e il 1947. Di queste, sei erano ospiti di Rsa, otto si sono spente in ospedale (una delle quali era un utente di una casa di riposo). Sul fronte dei contagi, ieri se ne sono registrati 212 su un totale di 4.874 (un record da inizio pandemia). Di questi, 69 hanno un’età superiore ai 70 anni, 3 hanno meno di 5 anni. I ragazzi in età scolare sui quali si stanno verificand­o i contatti sono 23, le classi in quarantena 157. E sono 499 le guarigioni. Per quanto riguarda i ricoveri, il numero di ieri si assesta a quota 453, con un aumento di due unità in terapia intensiva. Sono 43 i nuovi ricoverati, 39 quelli dimessi.

E a tenere alta l’attenzione è anche la differenzi­azione territoria­le. Mentre i tre comuni di Baselga di Pinè, Bedollo e Castello Tesino proseguono le restrizion­i da zona rossa, a livello provincial­e si tengono d’occhio eventuali nuovi territori a cui applicare le misure più dure. «Finora non ci sono altri comuni che superano la quota del 3%» spiega Fugatti. «Stiamo controllan­do alcuni casi, ma sono pochissimi — aggiunge — tenendo presente che dal calcolo della percentual­e vanno tolti i casi registrati nelle Rsa (ieri la task force ha visitato la struttura di Grigno, dove si è registrato un focolaio, ndr) e che nei comuni più piccoli la percentual­e può fluttuare per il solo contagio di un nucleo familiare». Per questo, le restrizion­i verranno applicate eventualme­nte solo ai comuni sopra i mille abitanti. «In ogni caso — precisa il governator­e — quando ci sono situazioni di difficoltà ci confrontia­mo con il sindaco per capire cosa fare».

Intanto nei comuni si lavora per cercare di limitare il contagio. A Cavalese — così come in altri tre municipi, due in Valsugana e uno in val di Non — da domani partirà un progetto pilota «per cercare di fare filtro — spiega il sindaco del comune fiemmese Sergio Finato — rispetto al lavoro dei medici di base». In sostanza, verrà allestito nella zona della piscina un servizio per effettuare dei test rapidi. «Vogliamo cercare di fermare il contagio per riuscire a trascorrer­e un Natale sereno» dice Finato.

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