Corriere del Trentino

Due alleati, le foglie e la paglia Per proteggere dall’inverno i bulbi, il prato, i vasi e anche l’orto

- di Martha Canestrini angolodeig­iardiniò@gmail.com

Quest’anno novembre è stato particolar­mente mite. L’erba ha continuato a crescere; l’ho dovuta falciare verso la metà del mese, stava alzandosi troppo. Gli esperti dicono che in tardo autunno va tagliata a un’altezza di circa sei centimetri. Mantenuta più bassa, la neve, la troppa pioggia o il gelo, potrebbero far marcire o bruciare le radici. C’è chi consiglia di concimare il prato un’ultima volta con concime ricco di potassio. Non sono ubbidiente: un paio di giorni fa ho sparso stallatico biologico, è l’unico che io usi in giardino. E già che c’ero: ho concimato abbondante­mente con lo stesso stallatico anche i rosai.

I tuberi di dalie e gladioli col freddo marciscono o si lessano: dobbiamo toglierli dal terreno e metterli a riposo, al buio, in un sito dove la temperatur­a non cali sotto i cinque o sei gradi. Non ripulisco dalla terra i rizomi delle mie piante; quando li tolgo dall’aiuola, li scuoto leggerment­e. Li avvolgo poi in fogli di carta di giornale, assorbono eventuale umidità e impediscon­o il formarsi di muffe.

Quando il freddo morde, e questo accade ogni tanto in fondovalle — sopra i sei, settecento metri di altitudine spesso — è meglio ricoprire il piede delle piante più delicate con dieci centimetri di letame maturo e con foglie. È sempre meglio, infine, in valle come in montagna, coprire tutte le aiuole con un corposo strato di foglie — ne cadono dagli alberi in abbondanza. Mantengono umido e temperato il terreno e i microorgan­ismi possono continuare il loro utile lavoro. Le foglie di noci o di betulle sono troppo ricche di tannini e non si decompongo­no nel corso di un inverno; vanno perciò ammucchiat­e a parte. Le foglie di ciliegi, tigli, prugni, cachi, invece, diventano humus velocement­e, nel giro di un paio di mesi, anche durante l’inverno: i lombrichi e i microorgan­ismi ne sono i maggiori artefici.

I giardinier­i intelligen­ti ma sostanzial­mente pigri ricoprono con tre centimetri di fogliame anche le aiuole dell’orto: così in primavera eviteranno di rivoltare con la vanga la terra delle aiuole. Scansano una fatica, e non seppellisc­ono i benefici microorgan­ismi di superficie che hanno bisogno di ossigeno per sopravvive­re. In marzo tolgono solo con un rastrello il leggero strato di foglie rimasto. Sotto, trovano terriccio morbido, pronto per essere seminato.

Per proteggere piante in vaso che restano all’aperto, possiamo circondarl­e con un giro di rete metallica; lo spazio fra rete e vaso va riempito fittamente con del fieno o con della paglia. Il vaso andrebbe appoggiato su legni, e anche fra i legni s’infila del fieno isolante. Nelle settimane più crude si coprono anche con un telo sottile. È un modo ingegnoso per far sopravvive­re le piante più delicate. Se non c’è del fieno a disposizio­ne, penso si possa usare carta di quotidiani appallotto­lata.

Il rosmarino in vaso va bagnato regolarmen­te anche in inverno, altrimenti muore. Di sete.

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Pacciamatu­ra delle piante in vaso con la paglia per proteggere le piante
Esempi Pacciamatu­ra delle piante in vaso con la paglia per proteggere le piante
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