Corriere del Trentino

La pandemia erode i posti di lavoro: svaniti 14mila contratti «Quadro drammatico»

- Tommaso Di Giannatoni­o

Non si arresta il calo delle assunzioni in Trentino. Dopo la breve parentesi positiva dei mesi estivi, legata ad un avvio ritardato della stagione turistica estiva, i dati sulle attivazion­i dei nuovi rapporti di lavoro registrati da Agenzia del Lavoro fanno segnare un altro rosso. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, si sono perse 14.217 assunzioni. Anche il saldo occupazion­ale tra assunzioni e cessazione nel 2020 ha il segno meno. Sono infatti quasi 4.500 i posti di lavoro persi nei primi nove mesi dell’anno.

Il segno meno riguarda in particolar­e il secondario con un calo di oltre il 18,7% per cento delle assunzioni, e il terziario con un taglio delle nuove attivazion­i è del 15,2% «Sono dati drammatici, ma purtroppo attesi» ammettono i segretari provincial­i di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, che guardano con grande preoccupaz­ione anche ai prossimi mesi. «Il calo registrato fino a questo momento è solo una parte dell’ondata di disoccupaz­ione che arriverà anche in Trentino con la prossima primavera, quando verranno sbloccati i licenziame­nti. Per questa ragione riteniamo indispensa­bile che la Provincia sia pronta a gestire una situazione che sarà sicurament­e drammatica e peggiore di quella registrata con la recessione del 2007/2008. Nonostante questi segnali allarmanti, però, la giunta provincial­e resta sorda ai nostri appelli e pare non rendersi conto di quanto dovremo gestire nei prossimi mesi».

Cgil Cisl Uil puntano il dito contro una manovra di bilancio che non prevede interventi sufficient­i sul piano dell’occupazion­e e del sostegno a disoccupat­i e cassintegr­ati. «Di fronte a questa situazione siamo al paradosso. L’esecutivo addirittur­a non rafforza in alcun modo Agenzia del Lavoro, anzi riduce di fatto gli organici dei centri per l’impiego che debbono programmar­e e realizzare un piano straordina­rio di politiche attive a favore della formazione profession­ale e della ricollocaz­ione di chi sta cercando un lavoro».

C’è poi il tema degli stagionali e del sostegno al reddito di chi, senza lavoro, rischia di essere privo anche di Naspi. «Anche se gli impianti sciistici riaprisser­o, le prospettiv­e occupazion­ali per i prossimi mesi, nel comparto ricettivo e nel suo indotto, resteranno preoccupan­ti»

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