La pandemia erode i posti di lavoro: svaniti 14mila contratti «Quadro drammatico»
Non si arresta il calo delle assunzioni in Trentino. Dopo la breve parentesi positiva dei mesi estivi, legata ad un avvio ritardato della stagione turistica estiva, i dati sulle attivazioni dei nuovi rapporti di lavoro registrati da Agenzia del Lavoro fanno segnare un altro rosso. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, si sono perse 14.217 assunzioni. Anche il saldo occupazionale tra assunzioni e cessazione nel 2020 ha il segno meno. Sono infatti quasi 4.500 i posti di lavoro persi nei primi nove mesi dell’anno.
Il segno meno riguarda in particolare il secondario con un calo di oltre il 18,7% per cento delle assunzioni, e il terziario con un taglio delle nuove attivazioni è del 15,2% «Sono dati drammatici, ma purtroppo attesi» ammettono i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, che guardano con grande preoccupazione anche ai prossimi mesi. «Il calo registrato fino a questo momento è solo una parte dell’ondata di disoccupazione che arriverà anche in Trentino con la prossima primavera, quando verranno sbloccati i licenziamenti. Per questa ragione riteniamo indispensabile che la Provincia sia pronta a gestire una situazione che sarà sicuramente drammatica e peggiore di quella registrata con la recessione del 2007/2008. Nonostante questi segnali allarmanti, però, la giunta provinciale resta sorda ai nostri appelli e pare non rendersi conto di quanto dovremo gestire nei prossimi mesi».
Cgil Cisl Uil puntano il dito contro una manovra di bilancio che non prevede interventi sufficienti sul piano dell’occupazione e del sostegno a disoccupati e cassintegrati. «Di fronte a questa situazione siamo al paradosso. L’esecutivo addirittura non rafforza in alcun modo Agenzia del Lavoro, anzi riduce di fatto gli organici dei centri per l’impiego che debbono programmare e realizzare un piano straordinario di politiche attive a favore della formazione professionale e della ricollocazione di chi sta cercando un lavoro».
C’è poi il tema degli stagionali e del sostegno al reddito di chi, senza lavoro, rischia di essere privo anche di Naspi. «Anche se gli impianti sciistici riaprissero, le prospettive occupazionali per i prossimi mesi, nel comparto ricettivo e nel suo indotto, resteranno preoccupanti»