«Senza turisti l’economia rischia la ghigliottina»
Andalo si prepara all’arrivo dei turisti. In stagioni normali ne arrivano centomila. Quest’anno, a causa della pandemia, il governo terrà chiuso fino a Natale. Ma senza sci e visitatori per l’economia dell’altipiano sarà una «ghigliottina»
ANDALO «Ci vediamo a dicembre!» recita l’avviso alla porta del «Maso dello speck», rivendita di alimentari tipici. Andalo è in fermento come ogni anno per l’inizio della stagione invernale. Alle porte di alberghi e negozi si legge «Chiuso», ma dentro le luci sono accese. Si intravedono i commessi indaffarati a pulire e scatoloni pieni di merce da sistemare sugli scaffali. Ovunque le vetrine sono in allestimento. Si aspettano i turisti, fondamentali per l’economia dell’altipiano. In stagioni normali ne arrivano almeno centomila. Ma quest’anno, a causa della pandemia, il governo sembra terrà chiusi fino a dopo Natale sia le piste sia i confini regionali.
Risposte chiare
«Lo sci alpino è fondamentale» afferma Michele Viola, presidente dell’Apt DolomitiPaganella. «Nonostante negli ultimi anni abbiamo differenziato il più possibile l’offerta, lo sci rimane il principale asset di un territorio che al 90% vive di turismo». Viola però non chiede riaperture immediate, quanto certezze: «La salute è prioritaria ed è giusto che detti la linea. È anche nel nostro interesse aspettare per poter offrire al turista una situazione di relativa normalità. Quello che vogliamo sono certezze, sono più importanti dei ristori. La stagione partirà all’inizio dell’anno? Va bene, però ditecelo adesso».
E per quando finalmente si uscirà da questa seconda ondata, il settore turistico della Paganella è pronto a offrire i suoi servizi in sicurezza, afferma l’Apt locale: «Già questa estate, pur in una situazione diversa, abbiamo dimostrato responsabilità. Con gli operatori siamo pronti da mesi per affrontare il problema Covid e affollamenti. Ad esempio, quest’anno le attrezzature per lo sci a noleggio saranno consegnate al cliente direttamente in albergo. Sono già preparate attività alternative alle discese in pista come ciaspolate, sci di fondo, prove di equitazione, diffuse su tutto il territorio. Le scuole di sci spacchetteranno e coordineranno gli orari di lezione per non sovrapporsi. Abbiamo perfino creato delle app che possano avvisare in tempo reale quando c’è troppa coda agli impianti di risalita o quando un rifugio ha raggiunto la capienza massima. Siamo una macchina pronta a partire, ci dicano solo quando».
«Meglio aspettare»
Sull’opportunità di far prima rientrare l’emergenza sanitaria è concorde anche Ivano
Villotti, maestro di sci e direttore della scuola Dolomiti di Brenta: «Forse la soluzione migliore è proprio tener duro un attimo e arrivare a una situazione più controllabile a gennaio, per poi rimanere aperti per tutta la rimanente stagione. Certo, senza Natale avremo pesanti perdite. Però ho già dei clienti storici che mi hanno detto che faranno il possibile per spostare le ferie e venire lo stesso. Per questo dico di tenere duro, anche perché adesso non è una bella situazione: ristoranti e bar ti cacciano alle 18, alle 22 c’è il coprifuoco, e poi il rischio di zona rossa in certi paesi. Il mio parere è che è meglio aspettare per poter garantire un’offerta completa senza la paura di nuove chiusure».
«Ghigliottina»
Inutile nascondere però che il Natale senza sci e senza turisti farà male a tanti. «Che ci mettano una ghigliottina al collo che fanno prima» dice il titolare di un negozio di abbigliamento sportivo. «Il peggio è che abbiamo solo incertezze, oltre al danno la beffa. Devo decidere se assumere, come faccio senza sapere se le piste saranno chiuse davvero?». Gli fa eco Natascia, parrucchiera: «Anche io sono legata per il 70% al turismo, tutti lo sono da queste parti. Le mie clienti lavorano nel turismo, vengono da me anche per presentarsi bene coi turisti». «I miei collaboratori fremono per poter lavorare», sostiene Claudio Donini, titolare del ristorante El Tavel. «Ne hanno bisogno, viviamo tutti di turismo stagionale. Noi proviamo ad aprire questa settimana, ma mi fa tanta paura la chiusura delle regioni. Senza piste si vive, senza turisti no. E noi da Natale all’Epifania facciamo quasi metà del fatturato di tutta la stagione, è un periodo essenziale».
L’Apt
Quello che vogliamo sono certezze, sono più importanti dei ristori. La stagione partirà all’inizio dell’anno? Va bene, ditecelo
Maestro sci
Senza Natale perdite pesanti. Però ho già clienti storici che faranno il possibile per spostare le ferie e venire lo stesso
L’esercente
Sono legata per il 70% al turismo, tutti lo sono da queste parti. Le mie clienti lavorano nel turismo, vengono da me per presentarsi bene