Residenza Fersina, ultimi tre mesi La struttura chiude a fine febbraio
Oggi in Trentino sono 568 i richiedenti asilo: tra un anno saranno diminuiti fino a 246
TRENTO La residenza Fersina si prepara agli ultimi mesi di attività. Pandemia permettendo (visto che l’andamento dei contagi potrebbe allungare la tabella di marcia della Provincia), la struttura di via al Desert dovrebbe chiudere i battenti alla fine del mese di febbraio e non più entro dicembre come previsto inizialmente.
La nuova data è indicata in un provvedimento firmato in questi giorni dal dirigente generale del dipartimento salute e politiche sociali Giancarlo Ruscitti, che conferma l’affidamento dell’attività di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale alla Croce rossa. Nel documento, Ruscitti parte dal precedente rinnovo del contratto, limitato ai mesi di ottobre e novembre. E spiega: «Il rinnovo di soli due mesi dell’affidamento del servizio di accoglienza da svolgersi presso la residenza Fersina è risultato necessario per consentire di ridefinire con la Croce Rossa Italiana i contenuti del nuovo contratto, in relazione alla programmazione della riduzione delle presenze nella residenza Fersina fino alla chiusura della stessa, come stabilito dalla giunta provinciale. Tale programmazione prevede una graduale riduzione degli attuali 150 posti fino alla chiusura definitiva della residenza Fersina prevista per il mese di febbraio 2021». Uno smantellamento, precisa però il dirigente, subordinato «alla disponibilità di posti in altre strutture per effettuare i trasferimenti e all’imprevedibilità delle uscite definitive dall’accoglienza nonché all’attuale situazione emergenziale legata alla diffusione del Covid19,
che potrebbe rallentare e allungare i tempi di chiusura del centro di accoglienza». Tanto che il contratto con la Croce Rossa, «prudenzialmente», viene considerato prorogabile per ulteriori due mesi, quindi fino alla fine di aprile.
Un contratto che, scrive ancora Ruscitti, deve tenere conto delle «difficoltà di sostenere la gestione in questo periodo di emergenza sanitaria», con la necessità di garantire un servizio 24 ore su 24 «presso una struttura complessa come quella della residenza Fersina»: per questo, per garantire «un numero di operatori superiori agli standard imposti dal capitolato», viene istituito un fondo di garanzia di 75.000 euro a cui Croce Rossa potrà attingere per mantenere la quota di dieci operatori.
E dunque il destino della Fersina è segnato, come del resto il presidente Maurizio Fugatti ha più volte annunciato, anticipando anche l’intenzione di ridurre il numero di richiedenti asilo in Trentino. Una volontà che viene disegnata anche da Cinformi: nel periodico aggiornamento dei dati, infatti, emerge che se oggi i richiedenti protezione internazionale sono 568, la proiezione per il 31 dicembre 2021 fa scendere la quota fino a 246. Delle presenze attuali, la maggior parte (461) sono a Trento, con 20 a Rovereto, 14 a Villa Lagarina e 10 a Mori. La Croce rossa gestisce la fetta più importante dell’accoglienza (288 persone), seguita dal Centro Astalli (158).