Foglie, fiori, colori generosi Vizi e virtù delle piante che rivelano sorprese «odorose»
Camomilla Una particolare varietà della romana, piantata in giardino mandava odore di chewing gum
L’avevo letto in uno di quegli splendidi libri inglesi di giardinaggio: e avevo subito pensato di provare su quel negletto pezzetto di prato assolato accanto alla casa. La pianta magica era: Chamaemelum nobile ‘Treneaugue’, una particolare varietà di camomilla romana. Sostenevano che sarebbe diventato un prato calpestabile, profumato di mirra e ambrosia. M’immaginavo già la meravigliosa sensazione che questi profumi mi avrebbero regalato, quando avrei attraversato il prato per stendere il bucato. I semi li ho trovati in Germania. Ho fatto poi tutto ciò che dovevo: ho mescolato sabbia al terreno, ho seminato trepidante, bagnato con diligenza. La verità è che il calpestio al ‘Treneaugue’ piaceva pochissimo. Nei mesi seguenti il prato finì per assomigliare a una passatoia mangiucchiata dalle tarme. Puzzava poi di gomma da masticare da poco prezzo. Questo per la cronaca.
Non hanno estimatori neanche piante che invece crescerebbero volonterosamente. Come il Geranium robertianum ‘album’; non c’è luogo ombroso e asciutto che non colonizzi velocemente, auto-seminandosi. Col sole le foglie si colorano di vermiglio. Se dà noia dove si espande, si può eliminare senza gran fatica. Il suo profumo però è definito «unpleasant». Chi lo maneggia, si confronta con, diciamolo pure fuori dai denti, una puzza persistente.
Altra pianta che non ha il pregio di olezzare: la pianta di Valeriana officinale. Fiorisce con eleganti ombrelle rosate. L’effluvio che sprigiona quando si devono spostare i rizomi è abbastanza sgradevole. I miei gatti invece accorrono da lontano per rotolarsi sulle grosse radici, miagolando col tremolo.
La Houttuynia cordata ‘Chameleon’: anche se coloratissima, e bella da vedere, evitatela come la peste. Non solo ha un odore penetrante – in Asia, da dove proviene, la usano in cucina, mi chiedo come facciano - ma è anche molto invadente.
Una graminacea leggera, Sporobolus heterolepis, ha spighette alte circa mezzo metro. Ricadono verso il basso come gocce di una fontanella – in tedesco si chiama appunto “erba gocce di rugiada”, Tautropfengras -. In autunno il suo colore muta in un allegro arancione. L’avevo accompagnata a bergenie e a crochi giganti autunnali. Non tutti ne sopportano l’odore, che tende al dolciastro. Tanto è che ho dovuto eliminare tutti i cespi dopo un anno, e sostituirli con altre graminacee. La padrona del giardino reagiva con palese disgusto quando li sfiorava o anche solo passando per il vicino vialetto. A me pareva profumasse. Sempre la medesima padrona invece mi dimostrò aperto apprezzamento descrivendomi l’odore dell’Eupatorium fistulosum ‘Riesenschirm’- mi pare si chiami borraccina in volgare – che le avevo sistemato vicino a una fontana; è una pianta che ama l’umidità. Lo descriveva simile a quello dell’asperula, l’odore di cumarina. De gustibus… È bello quando le piante ci regalano sorprese inaspettate.