Maestri: «Con le ciaspole scopro la montagna vera»
Cesare Maestri e l’alternativa alle piste
«Mi piace la discesa ma con le ciaspole scopro la montagna vera». Parola di Cesare Maestri, campione di specialità di Tione.
TRENTO
Un Natale senza discese in pista. La posizione del governo è di tenere fermi gli impianti senza alcuna eccezione. La marea di turisti con ai piedi sci e snowboard arriverà, forse, a gennaio. Nel frattempo ai piedi si dovrà mettere qualcos’altro. Le ciaspole, per esempio. Lo sa bene Cesare Maestri di Tione, atleta di corsa in montagna, vicecampione del mondo l’anno scorso in Argentina.
Oltre alla corsa in montagna «normale», è campione anche di corsa con le racchette da neve. Tre volte primo alla Ciaspolada, giusto?
«Sì, e pensare che la prima volta era stata un disastro! Le ciaspole le conosco fin da quando ero bambino, sulla neve ci sono praticamente nato. Le usavo per escursioni, poi un giorno ho deciso di provare a iscrivermi alla gara in Val di Non. Ma non sapevo esistessero ciaspole da corsa specifiche, sono andato con le mie normali che è come andare a correre con gli scarponi… ho fatto un sacco di fatica ed è stato deludente. Gli anni successivi mi sono organizzato meglio».
Che sensazioni si provano a fare escursioni con le ciaspole?
«Libertà. Soprattutto libertà. La possibilità di prendersi i propri tempi, di fermarsi ad ammirare il paesaggio, di decidere se arrampicarsi su un versante o se restare in fondovalle. Il tutto immersi in una natura bellissima e incontaminata. Non ci sono tralicci, non ci infrastrutture, non c’è altra gente, a volte non c’è nemmeno la neve battuta. È un modo diverso, forse più autentico e rispettoso, di vivere la montagna in inverno. Non voglio con questo sminuire dello sci in discesa, anche io vado sulle piste. Dico solo che sono due esperienze molto diverse».
Potrebbe essere un’alternativa adesso che lo sci in discesa è bloccato?
«Potrebbe esserci un’accelerata nella sua diffusione, ma in realtà è un processo che va avanti da anni. Gli sport come le escursioni con le ciaspole o lo sci di fondo, quelli insomma che permettono di immergersi nella natura, stanno venendo sempre più apprezzati. E non solo da trentini, ma anche da chi magari vive in grandi città e quando va in vacanza vuole staccare dal caos e dalla gente, non ritrovarcisi di nuovo in
Orizzonti Spero che gli sport invernali meno famosi si diffondano perché rispettano l’ambiente
mezzo come accade sulle piste. Conosco gente che dopo aver scoperto le ciaspole ha appeso al chiodo gli sci».
Queste attività potrebbero diventare una costante della stagione invernale trentina?
«Io parlo come semplice appassionato di sport invernali, però ci spero. Secondo me ci potrebbero essere vari benefici ad affiancarli allo sci in discesa. Uno è che c’è meno impatto sul territorio. Non servono grandi impianti di risalita, larghe piste e tutto il resto. Soltanto un sentiero innevato. E questo mi fa pensare al secondo vantaggio: si può fare ovunque. In Trentino abbiamo valli e paesini bellissimi, che d’inverno diventano posti davvero incantevoli, però non li conosce nessuno. Con le racchette da neve ai piedi quelli che d’estate sono sentieri per camminare, d’inverno diventano tranquillamente piste da ciaspole».
Senza contare che di neve se ne vede sempre meno…
«Sì, c’è anche quello. Come dicevo prima sui sentieri dove io faccio escursioni se non c’è neve togli le ciaspole e metti gli scarponi, le piste da sci invece o si fermano o sono costrette a usare sempre più spesso neve artificiale. Il che non è tanto buono per l’ambiente... insomma spero che sport invernali meno famosi ma altrettanto belli possano diffondersi sempre più».