SBAGLIATO SEGUIRE ZAIA
Mentre l’OMS invita i Paesi membri a fare fronte comune contro la pandemia, le Regioni del Nord-Est cercano di entrare autonomamente nel mercato dei vaccini per accaparrarsi le dosi da destinare in via esclusiva ai propri abitanti. La corsa ai vaccini non poteva che iniziare dall’area più ricca del Paese e dal suo governatore Zaia.
Mentre l’Oms invita i Paesi membri a fare fronte comune contro la pandemia, le Regioni del Nord-Est cercano di entrare autonomamente nel mercato dei vaccini per accaparrarsi le dosi da destinare in via esclusiva ai propri abitanti. La corsa ai vaccini non poteva che iniziare dall’area più ricca del Paese e dal suo governatore Zaia, che ambisce ad avere un Veneto Covid free prima di tutti. E come di consueto il nostro Fugatti gli si accoda, con buona pace dell’Autonomia e, in questo caso, soprattutto del pensiero autonomo. Quello dominante è ormai diventato anche da noi «prima i trentini», in barba a qualsiasi principio etico. L’importante è salvare se stessi, raggiungere la copertura vaccinale sul proprio territorio e rimettersi in pista prima di tutti. Se il resto del Paese arranca, amen. Mors tua vita mea.
Altro che solidarietà ed equità nei criteri di accesso.
Da questa partita vergognosa il Trentino dovrebbe chiamarsi fuori. Inutile appellarsi al dovere di proteggere i propri cittadini. La pandemia è una questione globale e a guidarci deve essere l’obiettivo di tutelare le persone più deboli, tutte, e non certo la difesa del proprio territorio. Il virus non conosce confini, o per dirla con le parole del presidente Draghi «il virus è nemico di tutti», rischia di mutare e ripresentarsi anche nei territori già coperti dal vaccino. Anche per questo la strategia vaccinale deve essere complessiva e condivisa e seguire criteri di equità, non ci sono alternative. È necessario puntare alla riduzione della mortalità, alla tutela delle persone più fragili e al contenimento dei contagi tra la popolazione più a rischio. Il vaccino è e deve restare un bene comune globale. Si abbandoni, dunque, questa
corsa scriteriata ai vaccini. Oltre a essere sbagliata in sé, è una strada accidentata, tra il rischio di frode e l’impossibilità di acquisto al di fuori dei contratti europei. Si lavori piuttosto per pressare l’Europa affinché ottenga la sospensione dei brevetti e spinga per una produzioni diffusa.
La Provincia, invece di andare a caccia di vaccini sul mercato, pensi piuttosto a gestire con serietà la pandemia. Torni ad aumentare il numero di tamponi, per il quale siamo maglia nera in Italia. Riorganizzi un tracciamento serio, specialmente nelle scuole, che hanno visto un’impennata di classi in quarantena. Velocizzi la messa a regime dei test salivari, promessa a novembre come imminente e invece ancora in fase sperimentale. Consideri prioritario un rigoroso monitoraggio della presenza di varianti di Sars-CoV-2 sul territorio, riattivando rapidamente il sequenziamento genico preso la Fem o l’Azienda sanitaria. Concluda immediatamente la stesura dei protocolli per le visite in Rsa, per poter restituire agli anziani, finalmente vaccinati, il diritto di riabbracciare i propri cari. Investa in risorse umane, perché il personale sanitario è al limite ovunque e se tornasse un nuovo picco pandemico si rischierebbe davvero il collasso del sistema. Organizzi con maggiore efficienza la campagna vaccinale, che sinora ha mostrato parecchie falle: dalla scarsa adesione del personale sanitario, alla difficoltà nelle prenotazione online per gli/le ultraottantenni, dalla mancata estensione della vaccinazione sin da subito a chi è costantemente a contatto con persone infette o assiste persone fragili (addetti/e alle pulizie dei reparti Covid, assistenti domiciliari e assistenti familiari, cosiddette badanti), ai vaccini al personale docente praticamente fermi, a causa della mancata centralizzazione degli aspetti organizzativi, delegati a medici di base, sempre più oberati. Basterebbe un minimo di senso pratico in più e anche l’umiltà di prendere ispirazione da chi riesce a fare di meglio.
Il lavoro da fare è già tanto così, senza doversi lanciare in una assurda, deprecabile, probabilmente impraticabile rincorsa all’acquisto dei vaccini al di fuori degli accordi europei. A meno che anche questa trovata non sia l’ennesimo bluff per distrarci dall’inadeguatezza nella gestione complessiva della pandemia.