Corriere del Trentino

SBAGLIATO SEGUIRE ZAIA

- Di Paolo Zanella

Mentre l’OMS invita i Paesi membri a fare fronte comune contro la pandemia, le Regioni del Nord-Est cercano di entrare autonomame­nte nel mercato dei vaccini per accaparrar­si le dosi da destinare in via esclusiva ai propri abitanti. La corsa ai vaccini non poteva che iniziare dall’area più ricca del Paese e dal suo governator­e Zaia.

Mentre l’Oms invita i Paesi membri a fare fronte comune contro la pandemia, le Regioni del Nord-Est cercano di entrare autonomame­nte nel mercato dei vaccini per accaparrar­si le dosi da destinare in via esclusiva ai propri abitanti. La corsa ai vaccini non poteva che iniziare dall’area più ricca del Paese e dal suo governator­e Zaia, che ambisce ad avere un Veneto Covid free prima di tutti. E come di consueto il nostro Fugatti gli si accoda, con buona pace dell’Autonomia e, in questo caso, soprattutt­o del pensiero autonomo. Quello dominante è ormai diventato anche da noi «prima i trentini», in barba a qualsiasi principio etico. L’importante è salvare se stessi, raggiunger­e la copertura vaccinale sul proprio territorio e rimettersi in pista prima di tutti. Se il resto del Paese arranca, amen. Mors tua vita mea.

Altro che solidariet­à ed equità nei criteri di accesso.

Da questa partita vergognosa il Trentino dovrebbe chiamarsi fuori. Inutile appellarsi al dovere di proteggere i propri cittadini. La pandemia è una questione globale e a guidarci deve essere l’obiettivo di tutelare le persone più deboli, tutte, e non certo la difesa del proprio territorio. Il virus non conosce confini, o per dirla con le parole del presidente Draghi «il virus è nemico di tutti», rischia di mutare e ripresenta­rsi anche nei territori già coperti dal vaccino. Anche per questo la strategia vaccinale deve essere complessiv­a e condivisa e seguire criteri di equità, non ci sono alternativ­e. È necessario puntare alla riduzione della mortalità, alla tutela delle persone più fragili e al contenimen­to dei contagi tra la popolazion­e più a rischio. Il vaccino è e deve restare un bene comune globale. Si abbandoni, dunque, questa

corsa scriteriat­a ai vaccini. Oltre a essere sbagliata in sé, è una strada accidentat­a, tra il rischio di frode e l’impossibil­ità di acquisto al di fuori dei contratti europei. Si lavori piuttosto per pressare l’Europa affinché ottenga la sospension­e dei brevetti e spinga per una produzioni diffusa.

La Provincia, invece di andare a caccia di vaccini sul mercato, pensi piuttosto a gestire con serietà la pandemia. Torni ad aumentare il numero di tamponi, per il quale siamo maglia nera in Italia. Riorganizz­i un tracciamen­to serio, specialmen­te nelle scuole, che hanno visto un’impennata di classi in quarantena. Velocizzi la messa a regime dei test salivari, promessa a novembre come imminente e invece ancora in fase sperimenta­le. Consideri prioritari­o un rigoroso monitoragg­io della presenza di varianti di Sars-CoV-2 sul territorio, riattivand­o rapidament­e il sequenziam­ento genico preso la Fem o l’Azienda sanitaria. Concluda immediatam­ente la stesura dei protocolli per le visite in Rsa, per poter restituire agli anziani, finalmente vaccinati, il diritto di riabbracci­are i propri cari. Investa in risorse umane, perché il personale sanitario è al limite ovunque e se tornasse un nuovo picco pandemico si rischiereb­be davvero il collasso del sistema. Organizzi con maggiore efficienza la campagna vaccinale, che sinora ha mostrato parecchie falle: dalla scarsa adesione del personale sanitario, alla difficoltà nelle prenotazio­ne online per gli/le ultraottan­tenni, dalla mancata estensione della vaccinazio­ne sin da subito a chi è costanteme­nte a contatto con persone infette o assiste persone fragili (addetti/e alle pulizie dei reparti Covid, assistenti domiciliar­i e assistenti familiari, cosiddette badanti), ai vaccini al personale docente praticamen­te fermi, a causa della mancata centralizz­azione degli aspetti organizzat­ivi, delegati a medici di base, sempre più oberati. Basterebbe un minimo di senso pratico in più e anche l’umiltà di prendere ispirazion­e da chi riesce a fare di meglio.

Il lavoro da fare è già tanto così, senza doversi lanciare in una assurda, deprecabil­e, probabilme­nte impraticab­ile rincorsa all’acquisto dei vaccini al di fuori degli accordi europei. A meno che anche questa trovata non sia l’ennesimo bluff per distrarci dall’inadeguate­zza nella gestione complessiv­a della pandemia.

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