Corriere del Trentino

«Affetti speciali» prosegue: caccia a nuovi volontari Il servizio del Comune a sostegno di famiglie e bimbi

- Chiara Marsilli

TRENTO La signora Anna dal 2014 si occupa di una bambina, figlia di una madre single trentina. La va a prendere a scuola, la porta al parco, prima della pandemia le offriva la merenda e organizzav­a gite con marito e figlie. La signora Anna è solo una dei molti volontari che dal 1998 prestano servizio nel progetto «Affetti speciali» del Comune di Trento, un modo per rafforzare lo spirito di collaboraz­ione tra cittadini e per regalare ai bambini momenti di benessere magari difficili da trovare a casa, per motivi di poco tempo dei genitori o per delle difficoltà educative. Non un servizio di babysittin­g, ma una vera e propria esperienza di solidariet­à familiare per sostenere alcuni genitori nei bisogni quotidiani dei bambini e dei ragazzi e nelle loro esigenze educative e di crescita.

«Affetti speciali», che conta 66 progetti attivi, è ora alla ricerca di nuovi volontari disposti a regalare anche solo un pomeriggio a settimana per offrire affetto, educazione e svago ad alcuni bambini. Il Comune ha previsto un percorso di quattro serate formative di avviciname­nto, online su meet dalle 20 alle 21 e realizzate in collaboraz­ione con la psicologa Chiara De Monti, operatrice di Punto Famiglie, del servizio welfare del comune e dei volontari: «Riflession­i sull’esperienza di volontaria­to nell’accoglienz­a familiare» (3 marzo), «Aiutare una famiglia: perché?» (10 marzo); «Accompagna­rsi per un pezzo di strada: l’esperienza concreta di famiglie accolte e volontari accoglient­i» (17 marzo); «Prendere per mano un bambino... e la sua famiglia» (24 marzo).

I volontari, in larga maggioranz­a donne, si rendono disponibil­i a un percorso di affiancame­nto di durata variabile, dai pochi mesi ai molti anni. Ogni volontario viene abbinato a una famiglia che potrebbe beneficiar­e del suo intervento e accompagna­to in una serie di incontri di gruppo guidati dalla psicologa De Monti per potersi confrontar­e sulle migliori modalità per entrare in contatto con le famiglie senza sostituirs­i ai ruoli della madre o della nonna, ma al contrario accompagna­ndo i bambini in un percorso finalizzat­o al benessere durevole. «Il progetto è finalizzat­o alla ricostruzi­one del senso di comunità, tanto più necessario in questi tempi» spiegano l’assessora alle politiche sociali Chiara Maule e la responsabi­le Stefania Stanchina. Per partecipar­e si può scrivere a stefania.stanchina@comune.trento.it oppure telefonare allo 0461 884535.

L’assessora Maule «Il progetto è finalizzat­o alla ricostruzi­one del senso di comunità»

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