Corriere del Trentino

Bellutti: «Giustizia sportiva da riformare»

Ma per l’ex pistard il caso resta un’eccezione: «Antidoping, il sistema funziona»

- Di Francesco Barana

BOLZANO «Il sistema antidoping funziona e il caso Schwazer in tal senso è solo un’eccezione, per quanto mediatica e rumorosa. Quella che va riformata è la giustizia sportiva, dalla quale Schwazer cercava risposte che ha dovuto trovare invece dalla giustizia ordinaria». L’ex pistard Antonella Bellutti, 52 anni, bolzanina, oro olimpico ad Atlanta ‘96 e candidata alla presidenza del Coni, è sollevata e preoccupat­a insieme. «Sollevata per la fine del calvario vissuto da Schwazer, ma ho il terrore che questa vicenda possa screditare un sistema antidoping che invece funziona».

L’opinione pubblica non ne è convinta...

«È proprio questo il punto, rischia di passare un messaggio non veritiero: che il sistema dei controlli non è più credibile. Gli atleti si sottopongo­no con responsabi­lità a test a sorpresa tracciando costanteme­nte i loro spostament­i. Ci sono stati solo due casi di manomissio­ne dei campioni di urina dagli anni 90 a oggi: la Di Terlizzi e Schwazer, entrambe le volte l’allenatore era il signor Donati, che passava per il vero destinatar­io del complotto».

Donati è un’icona dello sport pulito...

«Certamente, ma mi chiedo: se sa di avere così tanti nemici e di essere oggetto di complotti perché deve mettere a repentagli­o la sicurezza degli atleti che segue? Due casi di manomissio­ne in una carriera è tanto. Diverso è il discorso della giustizia sportiva che ha giudicato male Schwazer».

Come andrebbe riformata?

«I componenti degli organi di giustizia sportiva non devono essere nominati dai presidenti federali. Poi la corruzione appartiene agli uomini, ma certamente aiuterebbe che all’interno della giustizia sportiva non ci fossero procurator­i scelti e pagati dai presidenti federali. È una condizione che va eliminata. Anni fa ci ha provato il generale Cataldi, ma rassegnò le dimissioni dicendo che il compito era troppo difficile per la presenza di lobby di potere e corporazio­ni. E lo disse uno che aveva passato la vita a combattere il terrorismo..».

Che giudizio si è fatta di Schwazer?

«Un uomo fragile quando nel 2012 si dopò perché non accettava di poter perdere. Un redento nel 2016, quando ha avuto una seconda chance, che di per sé è un regalo perché a mio avviso chi sbaglia non dovrebbe tornare. In questo secondo caso ho sempre creduto nella sua innocenza, perché non credo avesse motivo per screditars­i una seconda volta. Però ho sempre trovato sbagliato il suo connubio, anche mediatico, con il signor Donati».

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Bellutti, oro olimpico nel 1996 e candidata alla presidenza del Coni
Iridata Bellutti, oro olimpico nel 1996 e candidata alla presidenza del Coni

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