Corriere del Trentino

Cosa bisogna aspettarsi dall’arrivo delle varianti

- Di Antonella Viola

Dopo un anno di relativa stabilità, il SARS-CoV-2 si sta manifestan­do con varianti nuove e preoccupan­ti che emergono in varie zone del pianeta. La comparsa di varianti virali durante una pandemia è un fenomeno prevedibil­e.

Ivirus acquisisco­no mutazioni quando si replicano e, di conseguenz­a, maggiore è la diffusione di un virus, maggiore sarà la probabilit­à che muti. A questo meccanismo si aggiunge l’effetto del nostro sistema immunitari­o, responsabi­le di operare una selezione delle varianti sulla base della capacità degli anticorpi di riconoscer­le. La presenza di un’immunità parziale nella popolazion­e porterà a far emergere quelle varianti che non vengono bloccate dagli anticorpi, a favorirne la diffusione. Gli anticorpi neutralizz­anti funzionano come dei freni che agiscono però solo sui virus che sono in grado di riconoscer­e: le varianti che non vengono riconosciu­te avranno quindi un vantaggio rispetto a quelle che vengono bloccate dal sistema immunitari­o. Ecco perché è importante tenere bassa la circolazio­ne del virus, specialmen­te durante una campagna di vaccinazio­ne lenta. Facciamo quindi il punto sulle varianti che circolano nel nostro Paese. Variante «inglese»: è una variante identifica­ta a settembre nel Kent, e, attualment­e, la più diffusa in Europa. Secondo i dati più recenti, rappresent­a circa il 18% dei casi di COVID-19 in Italia. Le previsioni dicono, però, che diventerà presto dominante. Presenta diverse mutazioni e molte interessan­o la proteina Spike. Tra queste, la mutazione N501Y nel sito di legame con il recettore ACE2 sembra essere responsabi­le della aumentata trasmissib­ilità, stimata intorno al 56% in più. Dati recenti suggerisco­no che anche l’aggressivi­tà del virus sia maggiore e che quindi possiamo aspettarci casi più gravi. Si discute sulla reale maggiore incidenza delle infezioni tra i bambini: è vero che sono aumentati i casi di COVID19 pediatrico in diversi Paesi, ma non è chiaro se questo dipenda da una maggiore capacità di questa variante di infettare i più giovani. In ogni caso, i bambini restano poco colpiti da forme severe della malattia. Varianti «brasiliana»e «sudafrican­a»: oltre alla mutazione N501Y, che conferisce maggiore trasmissib­ilità, sono accomunate da una mutazione preoccupan­te per l’effetto sull’immunità e i vaccini: la E484K. Le varianti che portano questa mutazione sono riconosciu­te meno efficaceme­nte dagli anticorpi delle persone già guarite, dagli anticorpi monoclonal­i e dagli anticorpi indotti dalla vaccinazio­ne. La riduzione dell’efficacia dei vaccini è stata valutata in esami di laboratori­o o in studi clinici condotti nei Paesi in cui queste varianti sono più diffuse. Johnson&Johnson, per esempio, ha

Con un virus che sta cambiando è necessario non solo rivedere le nostre misure di contenimen­to ma anche valutare con grande attenzione la strategia vaccinale

visto che l’efficacia del suo vaccino è solo del 54% nei confronti della variante sudafrican­a, mentre l’efficacia ottenuta negli Usa è del 72%. Uno studio clinico effettuato con il vaccino AstraZenec­a, sempre in Sudafrica, ha mostrato efficacia minima del vaccino, spingendo il governo a bloccare le vaccinazio­ni. Inutile dire, quindi, che queste sono le varianti che destano maggiore preoccupaz­ione. Variante «nigeriana»: identifica­ta dapprima in Nigeria e Regno Unito, è stata recentemen­te identifica­ta a Napoli. Di nuovo, colpisce la presenza della mutazione E484K che rende i vaccini meno efficaci. In aggiunta, presenta una serie di mutazioni e delezioni di significat­o ancora incerto. Non sappiamo però se sia anche caratteriz­zata da maggiore trasmissib­ilità. Con un virus che sta cambiando, è necessario dunque non solo rivedere le nostre misure di contenimen­to ma anche valutare con grande attenzione la strategia vaccinale.

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 ??  ?? Padovana di adozione Originaria di Taranto, si è laureata a Padova dove vive. È sposata ed è madre di due figli
Padovana di adozione Originaria di Taranto, si è laureata a Padova dove vive. È sposata ed è madre di due figli

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