Dopo Agitu, Deborah: società malata, va curata
L’ultima vittima è stata Agitu Ideo Gudeta, la pastora della val dei Mocheni uccisa da un suo collaboratore. Il femminicidio è una piaga che non risparmia il Trentino. «Siamo senza parole e siamo senza una ragione — commenta sconsolata l’assessora provinciale Stefania Segnana — perché ogni donna che viene strappata alla vita dal suo compagno è come se crollasse attorno a tutte noi quella casa che faticosamente costruiamo. Per il sindaco di Trento Franco Ianeselli è necessario fermarsi «e capire come possiamo curare una società malata».
La piaga del femminicidio sembra essere un fenomeno senza uscita, come la cultura che lo genera. L’ultima a cadere sotto i colpi di un uomo era stata Agitu Ideo Gudeta, l’amatissima imprenditrice di origine etiope che aveva fissato la sua attività di allevatrice in val dei Mocheni. È accaduto il 29 dicembre, uccisa a martellate da un suo aiutante. I dati sono eloquenti: nel 2019 sono stati segnalati 793 reati e nell’85,7% dei casi l’autore della violenza proviene dal contesto familiare. Ma quello che fa ancora più paura è che solo il 10% delle violenze viene denunciato. Ogni anno, in Trentino, 450 donne fanno ricorso al pronto soccorso. Nel 2020, causa Covid e convivenza forzate, i casi di stalking e maltrattamenti in famiglia hanno subito un aumento del 42,1%. «Siamo senza parole e siamo senza una ragione — commenta sconsolata l’assessora provinciale Stefania Segnana — perché ogni donna che viene strappata alla vita dal suo compagno è come se crollasse attorno a tutte noi quella casa che faticosamente costruiamo». Per il sindaco di Trento Ianeselli è necessario fermarsi «e capire come possiamo curare una società malata».