Un’adolescenza sopra le righe Poi il vivaio e le violenze
TRENTO Lorenzo Cattoni, 39 anni, dopo due ammonimenti e un arresto per violenza domestica — che aveva usato anche sulla precedente compagna — era agli arresti domiciliari nella casa dei genitori a Nave San Rocco, a nord del capoluogo. Non poteva lasciare l’abitazione ma a Cortesano, frazione di Trento nel sobborgo di Meano, aveva un appezzamento di terra, dove da imprenditore agricolo poteva recarsi per lavoro, per la cura della campagna e per la sussistenza delle capre. Lì, nel capanno, ha ucciso Deborah Saltori, la moglie di 42 anni.
«Il padre gli aveva lasciato in mano l’azienda — spiegano i vicini della famiglia dei genitori — un vivaio avviato, un’impresa da gestire. Non gli mancava niente, non gli mancavano i soldi». Descrivono Lorenzo Cattoni come «pieno di idee», «gran lavoratore e appassionato della sua attività». Affezionato anche ai figli: un bambino da una precedente relazione, di otto anni, e l’ultimo di cinque anni avuto dalla relazione con la vittima, la moglie che aveva sposato nel luglio del 2019. Matrimonio naufragato però dopo pochi mesi, con una separazione che avrebbe dovuto finire davanti al giudice nei prossimi giorni. «Suo figlio più grande — riferiscono i conoscenti — lo portava spesso anche sul trattore, si vedeva che gli era affezionato».
«Una famiglia perbene», dicono i vicini a Nave San Rocco riferendosi ai genitori e alla sorella di Lorenzo Cattoni. Di lui ricordano l’adolescenza «un po’ sopra le righe»: «Ma come tanti adolescenti che si arrabbiano facilmente. È sempre stato un tipo diretto, sicuro di sé — spiegano alcuni residenti increduli alla notizia dell’assassinio della sua compagna — ma non si poteva immaginare arrivasse a questo». Dei litigi in famiglia, delle precedenti violenze, nel paese di origine si sapeva poco o nulla: «Avevamo letto sul giornale, avevamo capito si trattasse di lui, ma nessuno immaginava che il figlio dei Cattoni potesse arrivare a tanto».