Ex operaia alla Whirlpool, lascia 4 figli a Vigo Meano
TRENTO Era senza lavoro, aveva quattro figli. «E aveva problemi di soldi», conferma una conoscente di Deborah Saltori, 42 anni, vittima della violenza di suo marito. I primi tre figli, tutti adolescenti, avuti da una precedente relazione, e l’ultimo di cinque anni avuto con Lorenzo Cattoni, suo marito che ieri l’ha uccisa in un capanno a Cortesano, frazione di Trento. Abitava a Vigo Meano, in affitto, vicino all’abitazione della madre. Deborah e Lorenzo avevano acquistato una casa nella frazione di Gazzadina, ma la separazione aveva bloccato ogni possibilità di trasferimento, così sperava nell’assegnazione di un alloggio di edilizia popolare: «Doveva però aspettare l’udienza davanti al giudice, perché altrimenti con il possesso dell’abitazione non ne aveva diritto», spiega la conoscente.
In paese, prima del lockdown, la vedevano a fare la spesa, ma anche al bar in piazza: «Qualche volta ci si incontrava lì, ma ora è chiuso. L’ultima volta l’ho vista con il bimbo vestito in costume da carnevale, era in attesa di risolvere la questione della separazione in tribunale». Ora le sue uscite erano più rade, se non per andare a fare la spesa, per prendere il figlio più piccolo all’asilo. Figlio conteso, che l’ex marito non poteva vedere perché agli arresti domiciliari dopo l’accusa di violenza domestica: «Si erano spostati quando il bimbo era già grandicello, nel 2019. Poi si sono separati, ma in realtà hanno sempre litigato». Una relazione da sempre segnata dai contrasti, con il culmine che si è consumato ieri nel capanno dell’appezzamento di terra coltivato da Lorenzo Cattani.
La mancanza del lavoro — era operaia alla Whirlpool prima che lo stabilimento chiudesse — e i pochi soldi per la sussistenza dei figli, erano una realtà con cui Deborah doveva fare i conti. Poteva contare solo sulla madre, sul fratello, ma non sull’ex marito. Almeno questo emerge dai racconti: «Più di una volta è stata costretta a incontrato per chiedergli soldi», racconta la conoscente.