Turismo, l’amarezza di Bort «Colpo di grazia allo sci e penalizzato l’avvio dei laghi»
TRENTO Gianni Bort sospira sconsolato: «Il governo ha stilato la sentenza». Pochi minuti dopo la fine della riunione del consiglio dei ministri, nel corso della quale il governo Draghi ha approvato il decreto legge di proroga fino al 27 marzo del divieto di spostamento tra regioni, il presidente della Camera di commercio non solo chiude definitivamente la «pratica» della stagione invernale, ma guarda con una certa preoccupazione anche alla stagione estiva. E, prima ancora, all’avvio della stagione dei laghi, che potrebbe subire qualche contraccolpo «visto che quest’anno — sottolinea Bort — la Pasqua cade il 5 aprile».
Presidente Bort, dunque alla fine il governo ha confermato quanto già era trapelato nella giornata di domenica: lo spostamento tra regioni rimarrà off limits almeno fino al 27 marzo. Quali conseguenze porta questa decisione per il Trentino? La stagione invernale ormai è accantonata: dopo lo stop alla riapertura degli impianti da sci le speranze di poter organizzare almeno qualche settimana turistica erano al lumicino.
«La proroga al divieto di spostamento tra territori era scontata, ce la aspettavamo. Ma questa decisione, di fatto, rappresenta il colpo di grazia inferto a una stagione turistica invernale che ormai può essere considerata naufragata. Il governo ha stilato la sentenza».
E ora? Come si può andare avanti?
«Ora le strade sono due: o verranno garantiti indennizzi adeguati per tutta la filiera del turismo e per tutti i comparti penalizzati dalla chiusura dei confini, oppure si decreta la fine di queste aziende. Parlo dei ristoranti, degli alberghi, ma anche dei campeggi, dei grossisti, degli impiantisti, senza contare il commercio in sofferenza soprattutto nelle zone che vivono di turismo. Sia chiaro: parlo di indennizzi e non di ristori, perché questo sono. Se non si procederà in questa direzione verrà messa in pericolo anche la stagione estiva. Anche se devo dire che le prospettive per la primavera iniziano a essere preoccupanti».
In che senso? In questo periodo ci si sta preparando per l’avvio della stagione dei laghi, strategica per alcune zone del Trentino, Garda su tutti.
«Esatto. Ma prolungare la chiusura dei confini regionali al 27 marzo vuol dire iniziare a sacrificare, almeno nella prima fase, proprio la stagione dei laghi. Non dimentichiamoci che quest’anno la Pasqua cade poco distante, il 5 aprile. E con il divieto di spostamento tra regioni fino a ridosso di quella data, è evidente che qualche contraccolpo ci sarà. Penso ad esempio agli alberghi, che saranno penalizzati da questa decisione».
Nelle scorse settimane il settore del turismo, ma anche gli operatori economici e i ristoratori, hanno più volte lanciato l’allarme, tratteggiando un futuro a tinte fosche per l’economia trentina post-pandemia. Condivide questa visione?
«La situazione sta effettivamente diventando preoccupante. Nei dialoghi che abbiamo con gli operatori dei vari settori colpiti, percepiamo una preoccupazione e uno sconforto crescenti. E lo sconforto può anche tradursi in disperazione, se non in ribellione».
Ci sono imprenditori che si sentono ingiustamente vessati e contestano le aperture di alcuni servizi e la chiusura invece di altri.
«In questa seconda ondata si è deciso che gli untori sono le imprese che si occupano di turismo: nell’individuazione delle cause di propagazione del virus, il dito viene sempre puntato verso queste attività. Una decisione arbitraria».
Visione C’è molto sconforto: un sentimento che può diventare ribellione O verranno dati adeguati indennizzi oppure molti chiuderanno