Da Iamiceli a Poggio e Quattrone: la squadra di governo
Per il vicariato una donna. E al Cibio ipotesi Macchi
TRENTO È sempre così: nemmeno il tempo di assaporare l’attimo della vittoria, in cui idealmente si posa l’ermellino sulle spalle di Flavio Deflorian, e già si pensa al passo successivo. L’inizio del mandato del nuovo rettore dell’università di Trento, che resterà in carica fino al 2027, sarà segnato dalla gestione della pandemia. Ancora lezioni online, ancora misure inevitabilmente restrittive, ancora spazi contingentati. Ma in un lasso di tempo auspicabilmente breve verrà il tempo (attesissimo) della ripartenza. Didattica, relazioni internazionali, ricerca: i fili spezzati da un anno a questa parte andranno riannodati. E, per farlo al meglio, Deflorian sarà affiancato da una squadra.
Simile a una giunta, il corpus dei delegati del rettore indica sin dal principio la direzione in cui si vuole andare. Ma chi sono i nomi «papabili»? Prorettore vicario uscente, Deflorian ha lavorato per
Paola Iamiceli è docente di diritto privato anni con diversi colleghi e diverse colleghe in odore di riconferma. È il caso, per esempio, di Paola Iamiceli, delegata alla didattica. La docente di diritto privato si è del resto distinta nelle fasi, delicatissinelle me, di definizione della proposta di accreditamento della nuova Scuola di medicina. Ha lavorato fianco a fianco con l’ateneo scaligero, ha seguito le delicate trattative con la Provincia quando i rapporti erano tesi. E con lei, accanto al rettore uscente Paolo Collini, ovviamente c’era l’allora vicario Deflorian. Un «triumvirato» che s’è rivelato efficiente ed efficace.
Ma il nome di Iamiceli non è l’unica conferma attesa. Nella squadra uscente di Collini c’è anche Barbara Poggio, attuale prorettrice con delega all’equità e alla diversità. Il tema del necessario riequilibrio della rappresentanza femminile nel corpo docente (le ordinarie sono ancora molte meno degli ordinari, specie
scienze dure) è del resto uno dei temi principali che Deflorian ha affrontato nella prima lettera inviata alla comunità accademica, quella in cui annunciava la sua candidatura. Mostrando tale sensibilità c’è chi si aspetta un gesto concreto: affidare il ruolo di vicaria a una donna.
Quanto ai nuovi ingressi (o meglio: ai ritorni) come possibile delegato alla ricerca si mormora il nome di Alessandro Quattrone, direttore del Cibio e altro protagonista della nascita di Medicina. Lui sarà alla guida del centro ancora per sette mesi, ma il mandato potrebbe interrompersi. E al suo posto? L’erede più quotato è Paolo Macchi.