Giannelli, il supereroe Protagonista di un fumetto
L’Itas prosegue il cammino che la porterà alla finalissima di Verona l’1 maggio con lo Zaksa Il capitano va in libreria con una pubblicazione sulla pallavolo disegnata da Callerami
I tifosi di Trentino Volley e della Nazionale lo consideravano già tale da tempo per le sue giocate geniali sotto rete, ma ora Simone Giannelli è diventato davvero un supereroe. Dal 22 aprile infatti il palleggiatore gialloblù arriva in libreria con «Il mio primo manuale della pallavolo», volume a fumetti edito da BeccoGiallo che vede l’atleta bolzanino protagonista di avventure fantastiche in un’atmosfera mitologica tra antica Grecia e Atlantide. Attraverso le illustrazioni di Salvatore Callerami e le scene ideate da Emanuele Apostolidis, la duplice missione di Giannelli è aiutare un gruppo di semidei a diventare una vera squadra e fornire ai giovani lettori gli strumenti per apprezzare ancora di più il mondo del volley in tutte le sue sfaccettature.
Simone, come nasce l’idea di questo fumetto?
«La casa editrice mi ha fatto questa proposta in estate e sono stato subito molto contento ed orgoglioso. Attraverso una storia fantastica abbiamo cercato di comunicare valori importanti come l’inclusione e lo spirito di squadra spingendo ognuno a scoprire le proprie passioni».
La narrazione a fumetti lascia spazio anche a spunti molto concreti.
«Ci sono anche schede sulle regole, la tecnica, i miti della pallavolo e consigli di alimentazione. Tutti temi a cui ho lavorato personalmente con l’editore senza però avere la pretesa di essere un insegnante. Sono solamente un ragazzo che gioca a pallavolo e si impegna per migliorare».
A quale storia d’animazione sportiva può avvicinarsi il suo libro?
«In questi anni non ho visto molte iniziative simili rivolte ai più giovani. Forse per il taglio della storia potrei pensare a Space Jam, ma di sicuro non sono neanche lontanamente paragonabile a una leggenda come Michael Jordan».
Quali insegnamenti l’hanno guidata nella sua crescita di sportivo?
«L’umiltà, la determinazione e la motivazione unite alla voglia di tendere sempre una mano agli altri. Ho cercato di farli emergere tutti nel libro. Non solo perché in uno sport di squadra sono importanti per far girare al meglio il motore, ma anche perché applicandoli sul campo penso che si possano portare con successo anche nella vita».
Come vi siete rivolti ai vostri lettori?
«Ritengo sia importante stimolare la fantasia con storie leggere. Ci tenevo a realizzare un libro divertente, non un’autobiografia per cui mi sembra che onestamente 24 anni siano pochi. Mai come in questo momento inoltre, reduci da un anno difficile trascorso a combattere con un nemico maledetto, credo che sia fondamentale trovare gli stimoli giusti. Per i ragazzi come per tutti noi. Sarei felice se leggendo questo libro qualcuno trovasse la voglia di tornare in campo o di praticare sport per la prima volta».
Anche lei non smette mai di imparare?
«Capisco che possa sembrare banale, ma sono convinto che ogni giorno impariamo qualcosa. Sono sempre alla ricerca del mio massimo pur consapevole del fatto che la perfezione è un livello irraggiungibile. Anche solo tendere a questo obiettivo permette però di mettere ogni giorno un mattoncino in più».
Cosa le stanno insegnando queste settimane di attesa della finale di Champions League?
«Aspettare è tosto, vorremmo giocare subito ma bisogna imparare ad attendere il momento giusto. Lavoriamo tanto sul piano fisico per arrivare a Verona nelle condizioni ottimali e studiamo i margini di miglioramento basandoci sulle sfide perse contro Civitanova perché vogliamo essere pronti a dare tutto in quella partita».
Non si corre il rischio di svegliarsi ogni giorno giocando mentalmente in anticipo la finale?
«In realtà ci penso sempre, però mi concentro anche su come migliorare senza crearmi stress. Arrivare a giocare certe partite capita raramente, noi ce la siamo conquistata e vogliamo divertirci. Ovviamente puntiamo a vincere ma non dobbiamo esagerare con la pressione perché dall’altra parte della rete ci sarà un avversario da rispettare, pur senza temerlo».
Come proverebbe a spiegare queste giornate?
«Da studente universitario (studia Scienze dell’Alimentazione, ndr) direi che abbiamo dato l’esame scritto contro Perugia in semifinale e ora dobbiamo presentarci all’orale con lo Zaksa. Stiamo studiando bene adesso per arrivare all’appuntamento consapevoli e con la testa libera».
Se la vita fosse un fumetto, meritereste il lieto fine dopo tante difficoltà.
«Noi però non avremo di fronte un nemico, ma un avversario con il nostro stesso desiderio. Viviamo per giocare queste sfide, quindi andremo in campo per cercare di conquistarci il nostro lieto fine».
Nel manuale si parla di sport e di tecnica ma anche di inclusione, spirito di squadra, passione e umiltà: spero di stimolare valori importanti in campo e soprattutto nella vita