Plateatici, riconvertite strade e piazze
Il Consorzio dei Comuni offre la disponibilità per i locali senza dehors. Pregliasco: «Riaprire prima? Un rischio»
Bar e ristoranti da domani ripartono all’aperto. E i sindaci sono pronti a venire incontro alle attività sacrificando anche la viabilità dove necessario.
Paride Gianmoena lo ripete con decisione: «In questo momento — avverte il presidente del Consiglio delle Autonomie — è necessario agevolare il più possibile le attività economiche che finora sono rimaste chiuse». Proprio per questo, in vista della riapertura, da domani, di bar e ristoranti dalle 5 alle 18 sfruttando gli spazi esterni — come disposto dal governatore Maurizio Fugatti —, i sindaci sono pronti a fare la loro parte: «Daremo priorità alle richieste di plateatico da parte dei locali. E, se necessario, si potrà anche sacrificare la viabilità». Permettendo dunque alle attività di «allargare» i tavolini anche su strade e piazze e intervenendo piuttosto con qualche accorgimento nella gestione del traffico.
I sindaci
Il tema, del resto, è centrale: se la condizione per poter aprire bar e ristoranti, almeno in questa prima fase di ripartenza, è utilizzare solo lo spazio esterno, è chiaro che risulta determinante non solo la possibilità di avere un plateatico, ma anche la dimensione dello spazio all’aperto. Non a caso, il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha schiacciato il piede sull’acceleratore, comunicando già venerdì la proroga automatica delle concessioni già in essere fino a fine luglio. Ma le altre amministrazioni non stanno a guardare: «I Comuni — assicura Gianmoena — hanno già iniziato a rinnovare le pratiche presentate lo scorso anno». Che dunque non avranno bisogno di alcun passaggio burocratico ulteriore. E le nuove richieste? «Tutte le nuove domande — risponde il presidente del Consiglio delle Autonomie — verranno valutate in tempi rapidi in modo da velocizzare la riapertura. L’intenzione è di snellire anche le pratiche, consentendo di partire con una semplice domanda». Con i costi ridotti, visto che a livello nazionale si è lavorato per la proroga del canone di occupazione di suolo pubblico. Di più: i sindaci sono pronti a mettere in discussione anche l’assetto viabilistico pur di favorire la ripresa del lavoro di «attività davvero in difficoltà»: «Se serve, si potrà sacrificare anche la viabiliha tà. Penso soprattutto ai piccoli paesi». Disponendo magari qualche piccola modifica alla circolazione pur di allargare un po’ i tavolini dei locali affacciati su strade e piazze.
Le categorie
Guarda con fiducia all’anticipo provinciale Gianni Bort. Pur non nascondendo i problemi. «Meglio poco che niente — osserva il presidente della Camera di Commercio —. È un inizio apprezzabile». Anche se non per tutti: «Chi il locale sull’asta dell’Adige e sui laghi può avere una micro possibilità con questa apertura (il 50% dovrebbe riaprire, ndr). Per gli altri, ossia chi non ha il plateatico o ha l’attività in montagna o in zone non esposte al sole, si tratta di una opportunità impossibile da raccogliere». Ma l’importante, aggiunge Bort, è aver disegnato una direzione. Che dà speranza: «Per le categorie i problemi sono pesantissimi, ci saranno aziende che non riapriranno, l’indebitamento è alle stelle. In questo quadro, almeno si ragiona di aperture. La speranza è che si proceda anche con le vaccinazioni, anche se la velocità non sembra essere lo sport nazionale». Intanto, si guarda a Roma per capire se dal governo arriverà l’impugnativa per la mossa di Fugatti. Le reazioni, però, sembrano essere morbide. Ma a mettere in guardia è il virologo Fabrizio Pregliasco: «Quella di Trento — osserva il presidente dell’Anpas — è una scelta politica. Ma ogni apertura comporta dei rischi, perché la situazione del contagio non è ancora così rosea. E avrà un prezzo da pagare. Speriamo che il prezzo non sia troppo alto».