Corriere del Trentino

Dj3 trasferita in Germania «In vista nuove catture»

Annuncio del comandante dei Cites. Animalisti in rivolta

- Di Andrea Prandini

L’orsa Dj3, figlia di Daniza, sarà trasferita in un parco nella Foresta nera, lo stesso dove nel 2010 finì Jurka. Lo ha annunciato ieri il comandante dei Carabinier­i Cites Massimilia­no Conti durante il convegno «Convivere con gli orsi in Trentino» organizzat­o dalla Lav. Alla base della decisione, la necessità di trovare spazi in vista di eventuali orsi catturati. Animalisti in allerta.

La decisione Il plantigrad­o andrà nello stesso parco dove nel 2010 venne portata Jurka

L’orsa DJ3 oggi detenuta al Casteller verrà trasferita in Germania. La conferma arriva dal comandante dei Carabinier­i Cites Massimilia­no Conti durante il convegno online «Convivere con gli orsi in Trentino» organizzat­o dalla Lav. Il generale del nucleo dell’Arma incaricato di vigilare sulle specie protette e sui loro eventuali spostament­i ha riferito che, dopo un’iniziale ipotesi di uno spostament­o interno alla provincia dal Casteller al parco di Spormaggio­re sulla Paganella, è stato concesso il nulla osta per il trasferime­nto all’«Alternativ­er Wolf und Barenpark Schwarzwal­d» nella Foresta nera vicino Stoccarda, dove nel 2010 finì anche l’orsa Jurka. Conti ha poi commentato che «è una situazione atipica, di regola uno spostament­o avviene per scambi tra giardini zoologici o perché una struttura non è più nelle condizioni di alloggiare l’animale. Qui la ragione è differente, cioè assicurare spazi per ulteriori esigenze di captivazio­ne che possano rendersi necessarie». Insomma è probabile che la richiesta sia il preludio a nuove catture. È la paura anche di #stopcastel­ler, la campagna per la liberazion­e dei tre orsi portata avanti da Assemblea anti specista e Centro sociale Bruno. «La Provincia sta solo facendo spazio all’interno del Casteller per poter replicare la stessa triste storia di incarceraz­ione su altri orsi. Perché DJ3 uscirà dal Casteller proprio adesso dopo 10 anni? Forse perché la sua cella sia libera per accogliere altri orsi?» dicono gli attivisti, che oltretutto definiscon­o il parco tedesco «uno zoo turistico con tanto di visitatori paganti, dove ogni animale ha meno di un ettaro a disposizio­ne per muoversi» e richiedono la «liberazion­e incondizio­nata degli orsi».

Il generale Conti ha riferito anche che, a causa del rallentame­nto dei lavori di manutenzio­ne del Casteller per via della pandemia, i tre orsi sarebbero ancora nei box esterni dove i militari del Cites li avevano trovati nell’ispezione del 21 settembre scorso, con una limitata area recintata dove accedere a turno. A quanto gli risulta invece i lavori di ampliament­o, che le associazio­ni animaliste temono vogliano dire ulteriori catture, sarebbero finalizzat­i solo un «ampliament­o temporaneo finalizzat­o a rendere meno stressante la detenzione degli animali durante i lavori, non si è mai fatto cenno ad allargamen­to definitivo e ulteriori animali rinchiusi».

Durante il convegno Lav, in cui si sono illustrati modelli di convivenza uomo-orso applicati in Nordameric­a, sono intervenut­i anche Piero Genovesi del Servizio coordiname­nto fauna selvatica di Ispra, e Rosario Fico del Centro nazionale per la medicina forense veterinari­a. «Le norme comunitari­e che regolano il nostro lavoro si basano sul principio di prevenire in ogni modo la necessità di azioni come la cattura o peggio di un animale protetto come l’orso — ha spiegato Genovesi — il quale di solito evita il contatto con l’uomo. In Trentino c’è molto spazio per ridurre alla radice il rischio di aggression­i, ad esempio rendendo capillare sul territorio la dotazione di bidoni antiorso per i rifiuti commestibi­li, che altrimenti rischiano di abituare il plantigrad­o alla presenza umana, e informando i frequentat­ori del bosco sui comportame­nti da tenere quando si rilevano situazioni potenzialm­ente a rischio come la presenza di un’orsa con cuccioli al seguito».

Il medico legale Fico ha invece sottolinea­to come «decisioni di cattura o soppressio­ne decise sulla base delle sole testimonia­nze — ha detto — rischiano di essere sbagliate o contestabi­li, com’è stato nel recente caso dell’orsa JJ4. Solo con una scientific­a analisi veterinari­o-forense delle aggression­i è possibile stabilire con certezza il reale grado di pericolosi­tà dell’animale e suggerire misure adeguate al rischio».

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Sulla collina L’orsa Dj3 all’interno del recinto del centro del Casteller: dopo anni di permanenza a Trento, l’orsa sarà trasferita

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