«L’idrogeno, rivoluzione in 15 anni»
Energy Pioneers sbarca in regione, la fondatrice: «A22? Sarà a zero emissioni»
Energy Pioneers sbarca in regione con il progetto Arxax. «L’obiettivo è convertire i trasporti all’idrogeno», dice la direttrice Hassanzadeh, di origini iraniane.
Elham Hassanzadeh ha 36 anni e una carriera votata all’innovazione nel settore energetico. Di origini iraniane, la giovane manager è partita dal Medio Oriente, passando per Oxford e Londra, sede di Energy Pioneers, compagnia impegnata nel settore dell’energia di cui è fondatrice. Ora approda con un nuovo progetto in Trentino-Alto Adige. Con «Arxax» vuole far decollare il carburante del futuro, l’idrogeno, rivoluzionando la mobilità in regione e arrivando ad azzerare le emissioni lungo il corridoio stradale diretto al Brennero.
Elham, nel 2016 è stata definita tra le donne più influenti per il futuro del petrolio e del gas in Medio Oriente. Con Arxax, invece, svolta con decisione verso fonti energetiche sostenibili in Europa. Da che cosa ha origine questo cambio di paradigma?
«Ho lavorato nel settore dei combustibili fossili per un anno e mezzo, prima di dedicarmi ad energie sostenibili. È stata una svolta dettata dalla coscienza: oggi c’è bisogno di azzerare le emissioni. L’industria del petrolio e del gas è ormai superata, interessata a giocare con le proprie regole, senza aprirsi al cambiamento e ai giovani. Per queste ragioni ho svoltato verso l’energia solare e eolica, per poi dedicarmi in Europa alla frontiera dell’idrogeno, che soddisfa con alta efficacia il requisito di emissioni zero dell’Unione Europea».
Quali obiettivi ha Arxax in Trentino-Alto Adige?
«Rivoluzionare i trasporti e la logistica per ridurre l’inquinamento. La nostra missione, in 10-15 anni, è rendere il corridoio che attraversa l’arco alpino a zero emissioni. Vogliamo consentire alle compagnie di trasporti che si trovano in Trentino-Alto Adige di passare dall’alimentazione a diesel a quella a idrogeno verde, la tipologia più sostenibile. Ci sono alcune difficoltà sostanziali. Innanzitutto, il capitale richiesto per la transizione è alto. In più, esistono fattori “scoraggianti”: la tecnologia non è ancora testata al 100% e i dati sull’efficienza dei trasporti a idrogeno non sono ancora disponibili. Arxax si fa carico delle spese e dei potenziali rischi, usando capitali esteri da fondi londinesi di private equity, per sdoganare questo combustibile sostenibile nelle imprese presenti in regione. In Trentino-Alto Adige, visto l’immenso patrimonio idrico, sarebbe realizzabile con costi ragionevoli. In futuro vorremmo realizzare nostre stazioni di rifornimento a idrogeno».
In Italia la filiera dell’idrogeno è in fase embrionale. Perché una realtà internazionale ha scommesso sul Trentino-Alto Adige per avviare un progetto sulla mobilità a idrogeno?
«Avevamo considerato anche Amsterdam e Monaco come città pilota. In Italia non ci sono tante iniziative sull’idrogeno, ma una serie di fattori contribuiscono a rendere il Trentino-Alto Adige la regione adatta a questa rivoluzione. In primo luogo, la consapevolezza della comunità locale rispetto alle iniziative ambientali; in secondo luogo, la sensibilità delle autorità locali e la conoscenza della tecnologia per ricavare l’idrogeno. Infine, è strategico che uno dei corridoi autostradali più importanti d’Europa passi attraverso questo territorio».
In Trentino-Alto Adige, il trasporto su ruota è responsabile del 46% delle emissioni di anidride carbonica. Solo dal Brennero transitano circa 2,5 milioni di mezzi pesanti all’anno. Lavorerete con A22 su iniziative a favore della mobilità a idrogeno?
«Il ruolo di A22 sarà fondamentale. Abbiamo avviato un confronto con diversi stakeholders del territorio con l’obiettivo di discutere l’ipotesi di esentare i mezzi a idrogeno dai pedaggi autostradali. Ogni mezzo pesante ogni anno spende tra i 60 e gli 80 mila euro di pedaggi attraverso A22. Se l’Autostrada del Brennero, esonerasse i camion a idrogeno da questi costi, si incentiverebbe la conversione a questa energia a impatto zero e meno rumorosa, nel rispetto dell’arco alpino».
Quale sarà l’investimento iniziale?
«Partiremo con un investimento importante per lanciare il progetto pilota. Il nostro team è formato da esperti in energia e trasporti, ma contiamo di espanderci, assumendo persone del posto. Un altro obiettivo? La parità di genere: vogliamo sostenere la leadership femminile nel mercato dell’idrogeno».