Sfratti da Covid, la Cassazione: «Rinegoziare i contratti»
Sfratti ai tempi del Covid, la Cassazione obbliga i locatori a rinegoziare i contratti di locazione. Se nell’ordinarietà dei casi chi non paga l’affitto, anche per un ritardo di 20 giorni, vede la risoluzione del contratto con lo sfratto secondo le leggi del Codice civile vigenti, con la pandemia le cose sono cambiate. Con i tanti contenziosi emersi sulle attività commerciali per la grave crisi economica parallela a quella sanitaria, la Cassazione è scesa in campo con una circolare che obbliga i locatari a rinegoziare il contratto se l’inquilino lo chiede. E se non viene fatto, la controparte può rivolgersi al giudice che a quel punto lo rimodula lui. Se invece non viene formulata domanda di rimodulazione dell’importo del canone, come nel caso di un’attività commerciale trentina collegata al mondo degli spettacoli che ha smesso di pagare da marzo 2020, il tribunale di Trento ha stabilito che deve andarsene per una morosità, tra l’altro importante.
Questa novità giuridica è stata evidenziata in una relazione di Anadim, l’associazione degli avvocati di diritto immobiliare, presidente per il Trentino l’avvocato Carlo Tallin Tambosi, da cui emergono molti contenziosi in tutta Italia con l’intervento della Cassazione, che solitamente si pronunciano sui casi quando giungono all’ultimo grado di giudizio. «In fase di pandemia - spiega l’avvocato Tallin Tambosi - basandosi sulla legge sull’ordinamento giudiziario che dice che può favorire l’uniforme interpretazione del diritto, la Cassazione ha emesso una relazione sulle modalità da seguire nei casi di sfratto». In sostanza le parti, locatore e affittuario, hanno l’obbligo di rinegoziare e trovare una nuova soluzione. Altrimenti ci pensa il giudice, se interpellato dall’inquilino.
Da qui sono scaturite una serie di interpretazioni diverse. Un provvedimento del Tribunale di Venezia ha dichiarato che l’affittuario inadempiente non deve pagare nulla nei periodi marzo, aprile, maggio 2020 e ha deciso una riduzione per giugno 2020. Il Tribunale Roma ha ridotto il contratto del 40% da aprile a maggio 2020 e del 20% da giugno a marzo 2021. E quello di Pordenone sostiene che nessuna norma emessa durante il Covid permette di sospendere o rifiutare il pagamento. In Trentino per ora non ci sono stati provvedimenti di rimodulazioni dei canoni, né domande degli inquilini per farli, e i proprietari per lo più offrono dilazioni nei pagamenti invece che riduzioni.